Non avevamo finito di scrivere il comunicato sui tre operai morti nella fabbrica Esplodenti Sabino di Casalbordino, fatto ancora più grave se consideriamo che nel 2020 avevano perso la vita altri 3 lavoratori, che abbiamo dovuto emettere un nuovo comunicato su un operario travolto all’aeroporto di Bologna mentre lavorava al rifacimento del manto della pista di atterraggio. Questa mattina un altro incidente mortale nel porto di Salerno che si aggiunge alla lunga lista di omicidi negli altri scali portuali Italiani negli ultimi mese. “Le parole non servono più, servono solo i fatti”. Serve la prevenzione, serve l’applicazione delle norme che ci sono, serve la formazione. Ma tutto questo risulterebbe vano se non si introduce un apparato sanzionatorio che inchiodi alle proprie responsabilità quei datori di lavoro che queste norme non le rispettano, mentre la conta dei morti continua imperterrita a salire. Serve raccogliere le 50.000 firme necessarie per presentare al Parlamento il nostro disegno di legge d’iniziativa popolare sull’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, impegno che vede banchetti presenti in tutta Italia con tanto lavoratori e cittadini che hanno firmati senza esitazione.
Coordinamento nazionale USB Mare e Porti