1943, la bambina di Paestum con i soldati americani: è Anna De Santis - Le Cronache
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1943, la bambina di Paestum con i soldati americani: è Anna De Santis

1943, la bambina di Paestum con i soldati americani: è Anna De Santis

di Oreste Mottola
Chi era la bambina di Paestum che nel settembre 1943, verrà forse fotografata da Robert Capa, l’inventore dell’agenzia fotogiornalista Magnum? Oppure Capa, come sosterrà il leggendario fotogiornalista Mario Dondero, è “solo” uno dei soldati oggetti dello scatto, forse affidato ad un assistente. Il 9 settembre 1943, dalle nostre marine si materializzano oltre mille navi e quasi duecentomila militari inglesi ed americani, i sommari numeri dell’Operazione “Avalanche”, una delle battaglie più aspre della Seconda guerra mondiale. Sulle spiagge pestane per primi toccarono terra i marines americani. Sono prevalentemente nativi indiani, seguiranno gli italoamericani. Da quel posto George Rodger, famoso fotografo freelance inglese, riprese per «Life» le fasi decisive dello Sbarco. Appena dopo la pubblicazione quelle foto diventeranno negli Stati Uniti il simbolo dell’avanzata alleata. Durante il suo accurato lavoro a Paestum, Angelo Pesce, di professione geologo ma diventato famoso per la sua attività di storico militare aveva indagato per appurare l’identità di molte persone riprese nelle fotografie: nel caso dello scatto di cui si parla era riuscito finanche ad identificare i nomi dei due contadini e i militari presenti nel gruppo. Non invece la bambina. Che, sorpresa, si presentò da sola. «La bambina in braccio al soldato sono io e l’uomo con la giacca nera era mio nonno». La bambina del ’43 è Anna De Santis: madre di due figli e nonna di tre nipoti. Dal volume di Angelo Pesce apprendiamo ancora che il soldato che tiene in braccio Anna, mentre dirige il suo sguardo stralunato verso l’obiettivo, era il sergente statunitense Michael Assalone di Bemdyne, Pennylvania. Involontariamente la vecchia foto del ’43 comunica ben altri messaggi: ci dice per esempio che i contadini pestani vivevano ancora in vecchie casupole ricoperte da tetti improvvisati e precari; ci ricorda ancora che i pantaloni dei contadini erano ricoperti in ogni parte da toppe, mentre la bambina forse assaggiò per la prima volta cioccolata, caramelle e biscotti made in Usa. D’altra parte anche Alberto Moravia, arrivato a Paestum solo sette anni dopo lo sbarco, scopre che una famiglia contadina viveva ancora in un vecchio relitto bellico americano. Queste piccole storie, quasi insignificanti, hanno la capacità di evocare un passato che testimonia i progressi fatti dalla piccola Italia contadina. Torniamo alla storia della foto. Dondero è soddisfatto, ha una prima prova che quella foto se non è di Capa, Robert Capa , il fotografo di Hemingway e della guerra civile spagnola, ha la sua impronta. Una bimba, soldati americani ed il più famoso fotogiornalista, l’inventore di una leggenda. L’anziano fotoreporter che tante ne aveva viste e fotografate, si entusiasma come un bambino. Lo “scatto” è di pochi giorni, se non ore, dallo sbarco pestano degli americani. «Sì, la bimba della foto sono io». A riprova, tirerà fuori una copia dello scatto, insieme a un’immagine che la ritraeva, ormai donna matura, con altre persone: i parenti del militare che l’aveva tenuta tra le braccia, venuti pure loro a cercare la bimba di un tempo. Potenza delle immagini e della loro capacità di fermare il tempo. A riprova, tirerà fuori una copia dello scatto, insieme a un’immagine che la ritraeva, ormai donna matura, insieme ad altre persone: i parenti del militare che l’aveva tenuta tra le braccia, venuti pure loro a cercare la bambina di un tempo. Potenza delle immagini e della loro capacità di fermare il tempo. Peccato che il fotografo con ogni probabilità non fosse Robert Capa ma che il leggendario fotografo fosse uno dei soldati. Folgorante cambiamento di prospettiva: che Capa fosse il fotografato e non il fotografo? O era solo una suggestione? Il reportage Dondero sull’anonima fotografia Capa traballava sempre più, ma il protagonista non pareva dolersene. Per lui era fondamentale il momento che stava vivendo e che andava raccontato per quello che era: la storia di una presenza di un autore, e che autore, che è solo comprimario allo storico incontro tra contadini pestani e soldati americani appena sbarcati.