I poveri fanno notizia solo quando esplodono con il silenzio di una vita di scarto - Le Cronache
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I poveri fanno notizia solo quando esplodono con il silenzio di una vita di scarto

I poveri fanno notizia solo quando esplodono con il silenzio di una vita di scarto

di Antonio Manzo

Non ci sarà l’attenzione della grande stampa, resteranno chiusi i taccuini dei cronisti politici affamati di retroscenismo , perché i poveri fanno notizia solo quando esplodono con il silenzio di una vita di scarto. Poi non ne parla più nessuno, né li aiuta nessuno. Ma c’è un fatto di cronaca che avviene stasera in un minuscolo territorio del Sud Italia che costringerà tutti a pensare, forse a scrivere quel che avviene non trattandosi di dover scrivere un libro sulla cucina, né di cucina. Stasera oltre cento sindaci della Campania parteciperanno ad una cena organizzata dal Banco Alimentare che serve tutta la regione ed assiste, a conti fatti, circa 250 mila abitanti di vite da scarto tanti quanti nel conta l’anagrafe della regione Molise. Chi parteciperà rappresenterà una regione nella regione. E’ proprio una regione nella regione che dopo la pandemia, soprattutto, aumenta sempre di più. A questi cittadini di scarto non interessa né il Mes, né il Pnrr che loro scambiano per etichette di prodotti alimentari da mettere quotidianamente, in ben 600mila casi, “il piatto a tavola”. Si, cibo in tempo di sprechi alimentari, nella Regione virtuosa che ha disciplinato con legge la riconversione delle eccedenze alimentari. «Quando si vedono altri che stanno peggio di noi, ci sentiamo spinti ad aiutarli in qualcosa di nostro> disse alla fine degli anni Ottanta don Luigi Giussani fondatore e capo capo carismatico di Comunione e Liberazione che insieme a Danilo Fossati, all’epoca presidente del gruppo alimentare Star, diedero vita alla geniale organizzazione del Banco Alimentare. Partì anche a Fisciano, il Banco. ad un punto intermedio della geografia regionale che consentisse un rapido collegamento stradale. <Tale esigenza è talmente originale, talmente naturale, che è in noi prima ancora che ne siamo coscienti, e noi la chiamiamo giustamente legge dell’esistenza. Interessarci degli altri, comunicarci agli altri, ci fa compiere il supremo, anzi unico, dovere della vita, che è realizzare noi stessi, compiere noi stessi> dice Roberto Tuorto “anima” del Banco Alimentare di Fisciano che organizza la cena con un parterre istituzionale di rilievo, dai sindaci al presidente De Luca e all’arcivescovo Bellandi. In un tempo che ha smarrito il valore infinito della persona concreta, perché ha dimenticato la tradizione cristiana, si rinnova la condivisione gratuita del destino dei fratelli uomini. a imitazione di Gesù di Nazareth, che ha dato la vita per i suoi amici, anche soccorrendoli nei bisogni fisici quando li sfamò moltiplicando i pani e i pesci. <Di questo miracolo, che solo la grazia di Dio può compiere attraverso lo strumento fragile delle nostre persone, il mondo ha bisogno per ritrovare una speranza che sostenga l’infinita fatica del vivere>. In questa frase di don Luigi Giussani sta sinteticamente il valore dell’avventura del Banco Alimentare e ciò che lo rende un unicum nel panorama delle Food Bank mondiali. Don Giussani parlò di carità, del fatto che un atto buono è partecipare alla vita altrui attraverso gesti concreti, semplici. S senza la coscienza del significato del gesto la generosità non dura. Il Banco Alimentare fu da subito immaginato come una grande occasione di educazione popolare alla condivisione, alla solidarietà, al desiderio di bene che c’è in ogni uomo. Ne I promessi sposi, quando il successore di don Rodrigo si mette a servire a tavola Renzo e Lucia ma non si siede con loro, Manzoni commenta che è più facile mettersi al di sotto di qualcuno che mettersi alla pari, condividendo la sua vita. Un gesto in cui ci si sente superiori o anche inferiori a colui che si vuole servire non muove e non cambia nulla di mettersi in moto e di spendere in modo concreto i talenti ricevuti.Nell’esperienza del Banco Alimentare, anche quando non si è a contatto con il povero, quando si deve solo scaricare la merce in magazzino, compilare una bolla di consegna, gestire di offrire il tuo pane all’affamato. Oltre lo scarto. Vale per tutti, per i volontari, i donatori, gli amministratori pubblici  che saranno presenti stasera a Fisciano. I poveri, dice papa Francesco ricevendo il Banco Alimentare a venticinque anni dalla realizzazione dell’idea, occorre «guardarli in faccia, guardarli negli occhi, stringere loro la mano, scorgere in essi la carne di Cristo  e aiutarli anche a riconquistare la loro dignità e a rimettersi in piedi. […] Possiamo fare qualcosa, di fronte all’emergenza della fame, qualcosa di umile, e che ha anche la forza di un miracolo. Prima di tutto possiamo educarci all’umanità, a riconoscere l’umanità presente in ogni persona, bisognosa di tutto». Mosso dal faro ispiratore della gratuità, il Banco Alimentare ha sempre vigilato affinché il suo operato non si fermasse al mero aspetto assistenzialista Il Banco Alimentare lancia la sua sfida più ambiziosa: condividere i bisogni per condividere il senso della vita. C’è gente che non resta indifferente al grido0 dei poveri. E hanno compreso che qualcosa doveva cambiare nella mentalità delle persone, che i muri dell’individualismo e dell’egoismo dovevano essere abbattuti. Certo, il contributo può sembrare una goccia nel mare del bisogno, ma in realtà è prezioso. Ingrossa il fiume che alimenta la speranza di milioni di persone. E’ una notizia che nasce a Fisciano. Non c’è retroscena, vale di più.