«Presa di mira dalla minoranza e dalla stampa per aver ricevuto la nomina di Assessora all’interno della Giunta Lanzara». Esordisce così Gerarda Sica, cognata del sindaco, dopo le accuse ricevute dai consiglieri di opposizione (ci perdonerà se la stampa si è limitata a dar voce ai consiglieri, non siamo noi ad averla presa di mira) circa il suo ingresso in giunta. «Nemmeno il tempo di godere il risultato, frutto di un ventennio di dedizione e sacrifici, che già sono stata attaccata. Ritengo che la mia persona sia stata sminuita a fronte delle seguenti espressioni “c’è anche la cognata del Sindaco” o “è la moglie di Roberto Brusa, ex segretario cittadino del Pd”. Se a qualcuno fosse sfuggito, prima ancora di avere un legame con loro da quasi un trentennio, dunque dal tempo in cui eravamo appena bambini e non ancora appassionati alla politica, io sono e resto Gerarda Sica – ha detto l’assessore – Ho 38 anni, un lavoro, e sono stata eletta per ben tre volte consecutive al Consiglio Comunale cittadino, in cui per ben tre mesi ho rivestito anche il ruolo di Presidente. Tutt’oggi sono componente del Cda dell’Asis. Durante l’ultima tornata elettorale ho sfiorato le 450 preferenze in quota Pd, il partito in cui per ben otto anni sono stata anche componente dell’Assemblea Nazionale e di cui oggi sono membro della Direzione Provinciale. Se a qualcuno fosse sfuggito, io ho una mia storia, dignità e professionalità, le quali nulla hanno a che fare con il ruolo politico assunto». E poi continua: «Se esistono ancora tante vittime di soprusi e violenze, forse è anche per questo: per la nostra arretratezza culturale, per il nostro cattivo esempio, per la nostra volontà di sminuire chi, nonostante tutto, riveste una carica istituzionale pur nella difficoltà di dover assolvere ad altri impegni, non ultimo quello di dare alla luce due bambine ed accudirle fra una campagna elettorale ed un consiglio comunale – ha aggiunto – Se oggi vogliamo ripartire, deve essere da qui: dal corretto uso delle parole e dal riconoscimento dei ruoli, che prescindono dal genere di appartenenza. Come Assessora e come donna, avevo il dovere di chiarirlo. Per la mia città, per tutte le donne che, numerosissime, si rivolgono al nostro centro antiviolenza, per quelle che non ci sono più e per quelle che dovranno esserci: più forti, più felici, più consapevoli». er.no
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