di Erika Noschese
Liste d’attesa eccessivamente lunghe, pagamento del ticket, punti nascita a rischio chiusura ma soprattutto carenza di personale medico che costringe, inevitabilmente, alla chiusura di alcuni reparti, all’accorpamento di altri e un pronto soccorso particolarmente in affanno con pazienti costretti ad attendere per giorni e giorni prima di avere un posto letto. Queste alcune delle criticità che ieri mattina sono state poste all’attenzione del direttore generale dell’Asl di Salerno dopo la prima, e molto partecipata, giornata di mobilitazione indetta dalla Cgil di Salerno per accendere i riflettori sulle troppe criticità che oggi vive la sanità pubblica, costringendo gli utenti a fare ricorso a strutture private con costi esosi. «E’ una mobilitazione indetta dalla Cgil di Salerno con l’obiettivo di coinvolgere i cittadini. La vertenza sanità diventa vertenza salute: poniamo una serie di rivendicazioni per cercare di affrontare il problema sanità in provincia di Salerno: c’è carenza di personale medico in tutte le strutture, a partire dall’Agro nocerino sarnese, il Cilento, il centro della provincia con una contrazione di servizi che mette a rischio la qualità degli stessi – ha dichiarato Antonio Capezzuto, segretario generale della Fp Cgil Salerno – Si parla oggi di accorpamenti di reparti, chiusura degli stessi e i cittadini rischiano di vedersi venir meno alcune garanzie costituzionali che la sanità dovrebbe garantire. Siamo qui per fare delle proposte: affrontare la questione carenza dei medici, sappiamo che c’è un problema di filiera istituzionale per cui ci troviamo nella condizione di avere 200 medici ex Usca che possono dare un contributo nei reparti, pronto soccorso e assistenza domiciliare. Sono dipendenti che possono essere utilizzati ma vanno assunti a tempo determinato per costruire una stabilizzazione perché durante la pandemia hanno governato l’ordine pubblico; poi ragioniamo su come strutturare il nuovo atto aziendale e prevedere strutture snelle ma funzionali per il territorio». Tra le proposte sottoposte all’attenzione dell’Asl di Salerno proprio la necessità di avviare un percorso di stabilizzazione per gli ex Usca che, proprio di recente, hanno offerto la loro disponibilità a continuare un percorso lavorativo per dare man forte al settore pubblico di una sanità che fa acqua da tutte le parti. Presenti alla mobilitazione tenutasi presso la struttura di via Nizza diverse organizzazioni sindacali, cittadini e utenti che rivendicano il diritto alla cura. «Ennesimo giorno di protesta, noi abbiamo aderito a questa manifestazione indetta dalla Cgil che ha deciso di intraprendere questa lotta a difesa della sanità pubblica perché la partita non è perduta ma bisogna evitare sia l’autonomia differenziata sia la riforma fiscale; c’è bisogno di una guerra di resistenza per migliorare e far funzionare i servizi che ci sono. Siamo costretti ad assistere a continui spostamenti di risorse nei confronti del privato e di abbandono del pubblico, atteggiamenti che secondo noi sono voluti perché siamo convinti che la sanità pubblica possa funzionare davvero, unico baluardo alla difesa e alla qualità. Noi pensiamo che le liste d’attesa debbano essere controllato, sono la conseguenza di una disorganizzazione di base: ci sono ambulatori che fanno due visite a settimana ed è chiaro che la lista d’attesa si allunga ma devono essere tutelati i medici, il personale impegnato nelle strutture affinchè possano realmente fare i bisogni del territorio – ha dichiarato Margaret Cittadino del Tribunale per i diritti del Malato – Oggi viene a mancare proprio questo: il legame tra le strutture pubbliche e il territorio che, a sua volta, deve imporre le sue necessità sia alle istituzioni sia al personale medico». Una battaglia che vede protagonista anche il segretario generale della Cgil Antonio Apadula che ha ribadito la necessità di intervenire in tempi rapidi. «C’è bisogno di ascoltare tutte le criticità che ci sono, dagli utenti ai sindacati fino ai malati. C’è bisogno di qualcuno che ci ascolti e metta insieme le aziende perché senza un serio dialogo tra Ruggi e Asl c’è un serio problema; dobbiamo ragionare sulla funzionalità del 118 e noi siamo qui per avviare un confronto», ha poi aggiunto Capezzuto. La delegazione ieri mattina è stata ricevuta dal Direttore Generale Sosto a cui hanno rappresentato criticità e proposte. Un lungo confronto da cui sono emerse già prime soluzioni che a breve saranno messe in atto e la necessità di aprire un confronto su altri temi nelle prossime settimane. Il segretario dello Spi Cgil Arturo Sessa ha evidenziato che «inizia un percorso di lotta, di richieste e il sindacato chiede ai cittadini e istituzioni di fare massa critica perchè la sanità pubblica sta scomparendo tra servizi ridotti, liste d’attesa infinite e a pagarne le conseguenze sono i soggetti fragili, gli anziani e chi ha urgenza di fare ricorso al pronto soccorso della provincia», ha detto Sessa ribadendo la necessità di avviare una riflessione «libera da vincoli politici per dare una risposta rinnovata ai bisogni dei cittadini».