di Erika Noschese
È ancora polemica dopo le dichiarazioni del presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che, senza mezzi termini, ha acceso i riflettori sull’inquinamento prodotto dalle fonderie Pisano. Ad insorgere contro i vertici di Palazzo Santa Lucia il comitato di Baronissi di Fratelli d’Italia, zona “colpita” dai fumi dell’inquinamento dello stabilimento dell’opificio di via dei Greci come tutta la Valle dell’Irno. «Le accuse in stile De Luca – sceriffo sono chiare: le fonderie Pisano causano emissioni inquinanti nocive per la popolazione e per il territorio; la proprietà nel corso degli anni non ha posto in essere nessuna azione che potesse limitare la pericolosità di tali emissioni – hanno dichiarato dal coordinamento locale – Il Governatore però sembra svegliarsi da un lungo letargo o, probabilmente, ha la memoria corta. È stato lui stesso infatti, in piena pandemia, era il 2020, a concedere una nuova autorizzazione alla Fonderia Pisano per il prosieguo dell’attività. Forse all’epoca il “compromesso” della buona politica, quello tra esigenze produttive e salute pendeva più per la prima! ora però che il Covid sembra ormai definitivamente sconfitto, il Governatore si ricorda della salute dei cittadini della sua regione. La verità è che le Fonderie Pisano inquinano e non da ora! A provarlo gli studi dello Spes, che decretano in maniera inconfutabile l’effettiva compromissione dell’ecosistema della Valle dell’Irno e l’aumento esponenziale nel corso degli anni di patologie riconducibili alle esposizioni inquinanti tipiche di quel tipo di emissioni. Secondo la Costituzione è il Sindaco il tutore della salute pubblica dei cittadini delle comunità che amministra, ma i Sindaci delle decisioni scellerate sono gli stessi politici che oggi si scandalizzano e gridano giustizia». Fratelli d’Italia Baronissi, nella figura del Responsabile Dipartimento Ambiente, Mario Carpentieri, chiede lumi al sindaco Gianfranco Valiante e all’ assessore all’ ambiente Farina su quali saranno le posizioni assunte dall’Ente in merito alla vicenda ed ai suoi più recenti sviluppi e quali, le azioni che il Comune di Baronissi intende mettere in atto ora che, anche la Corte Europea dei diritti dell’Uomo ha valutato negativamente l’operato della Regione Campania rispetto alla vicenda. «Non si possono alzare barricate al fianco dei comitati spontanei di cittadini solo quando si ha bisogno di visibilità e consenso in periodo elettorale. Ci sono dei momenti storici in cui alcune problematiche sembrano essere rimosse, nessuno più se ne interessa, né le testate locali, né tantomeno i social, che funzionano all’occorrenza come una straordinaria cassa di risonanza. Anche quando non se ne parla il problema c’è, il nemico agisce in modo silente e subdolo e divora il futuro nostro e dei nostri figli», ha detto. Il coordinatore del Circolo fratelli d’Italia Baronissi Tony Siniscalco, fa eco al suo responsabile di dipartimento e chiede risposte a chi è investito dell’onore e onore di tutelare la salute della collettività. «I cittadini vanno tutelati, l’ambiente va tutelato, non si può accettare che la terra in cui viviamo diventi un posto arido e sterile, portatore di morte – ha aggiunto – E non si può chiedere di scegliere tra il futuro dei nostri figli e il futuro di una attività che comunque fa parte del tessuto produttivo e che offre lavoro a tante famiglie, non si tratta di scelte o posizioni diverse, si tratta di obblighi! È doveroso e necessario solcare strade nuove, alternative, attraverso la delocalizzazione delle aree industriali in territori lontani dai centri abitati, non circoscritti e che consentano la messa in sicurezza delle attività, anche per chi in queste attività ci lavora. Il tempo a disposizione per agire è davvero poco». Il ricorso al Cedu è stato presentato dal comitato e associazione Salute e Vita, presieduto da Lorenzo Forte che chiede la revoca degli atti ritenuti illegittimi e proprio nei giorni scorsi ha ribadito la necessità di firmare un’ordinanza sindacale o regionale per la chiusura dello stabilimento. Dal canto suo, la proprietà continua a difendersi e minaccia querela nei confronti di chi parla delle Pisano come di uno stabilimento inquinante e che, di conseguenza, mette a rischio la salute della comunità del capoluogo e dei territori circostanti.