Agropoli, il sogno infranto di Dina - Le Cronache
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Agropoli, il sogno infranto di Dina

Agropoli, il sogno infranto di Dina

Agropoli urla la propria disperazione. Forse non l’intera città, ma certamente lo fa una parte di popolazione che dopo anni di disagi costanti, oggi decide di alzare la voce e di far sentire la rabbia. i social sono invasi da foto, appelli, video: tutti elementi che raccontano la situazione di emergenza e criticità che i cittadini del Rione Moio vivono ogni giorno, un qualcosa che è andato via via peggiorando negli ultimi giorni, in seguito alla forte ondata di maltempo.

La scorsa settimana si è aperta una voragine e il totale disinteresse da parte della cosa pubblica, sicuramente con la partecipazione delle recenti precipitazioni, hanno causato un allargamento della stessa. nella giornata di ieri, inoltre, la pioggia ha causato altri allagamenti. Da questi ultimi accadimenti, si alza la voce dei cittadini che può essere riassunta nelle parole di Dina, insegnante che vive ad Agropoli da poco meno di un anno dopo molto tempo lontano dal territorio per cause lavorative. Oggi ha realizzato il suo sogno di vivere ad Agropoli. «sono Dina – scrive la donna – vivo ad Agropoli per scelta da meno di un anno, ho fatto e faccio sacrifici immensi per aver comprato, ristrutturato e sistemato una casa laddove avevo sempre sognato di vivere dopo anni lontani dalla Campania. Sono Dina – aggiunge – e il 19 novembre mi sono alluvionata come tanti a Moio. Ho confidato nel fatto che la mia e l’altrui sofferenza fosse servita ad amare e a custodire di più questa bella città.

Oggi, però, mi guardo intorno e piango pensando a come politiche scellerate indifferenza e superficialità possano trasformare un sogno realizzato in un incubo permanente. Qui manca l’amore – continua – non ci può essere dove il cittadino annega nel fango di un alluvione, perde tutto o subisce danni permanenti e poi resta inascoltato dopo 24 ore di telecamere e lampeggianti accesi. non c’è amore se esistiamo (i cittadini di Moio, ndr) il tempo di una campagna elettorale o della promozione di un cartellone eventi per autocelebrarsi. Poi cala il sipario e resti solo. Cammini e il tuo sguardo lacrima nel rivedere le medesime dinamiche, il fango, i detriti, i letti dei fiumi inesistenti. Stai alla finestra nei giorni più piovosi e conti le gocce di pioggia affinché siano quelle necessarie non quelle inclementi. Ti metti a letto e se gli scrosci aumentano trascorri le notti insonni pronto a fuggire, a salvare il possibile, a evitare l’inevitabile.

Questa è la vita di ogni cittadino che ha subito un’alluvione. Il cittadino che si è stretto agli altri e gli altri a lui, il cittadino che ha fatto richieste cadute in un cestino di un pc o in un plico accantonato di un ufficio protocollo. Il cittadino che oscilla tra rabbia e paura, tra amore per la sua terra e repulsione per lo stato in cui versa. Io e i cittadini di Moio – conclude Dina – speriamo e lottiamo ancora, ma siamo incazzati alla grande». Si attendono, adesso, interventi seri da parte dell’amministrazione comunale, fino ad oggi silente e non attiva nel contrasto ai dissesti idrogeologici e alla prevenzione. Quanto accaduto il 19 novembre scorso, giorno in cui Agropoli e Castellabate si allagarono, non è servito a nulla. Oggi, come allora, non c’è prevenzione e se gli alvei dei corsi d’acqua sono puliti è proprio per la piena di novembre che portò via tutto.