Tornano le Giornate della Scuola Medica Salernitana, tradizionale appuntamento d’autunno promosso e organizzato dall’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Salerno nel segno e nel ricordo della prima Scuola di Medicina del mondo occidentale. La XXI edizione si articolerà in due intense giornate, venerdì 28 e sabato 29 ottobre, durante le quali la professione medica, messa duramente alla prova dall’emergenza pandemica, rifletterà su se stessa, accoglierà i nuovi discepoli di Ippocrate, discuterà di come la scienza ha affrontato il lungo inverno del Covid-19 e delle profonde, epocali, trasformazioni che esso ha prodotto negli approcci clinici e terapeutici. Domani, alle 15.30, al Teatro Augusteo di Salerno, cerimonia di consegna dei Premi Internazionali Scuola Medica Salernitana 2022 e giuramento dei neolaureati in Medicina e Chirurgia. Introdurrà il Presidente dell’Ordine, Giovanni D’Angelo. Sono stati invitati il Prefetto di Salerno, Francesco Russo, il sindaco del capoluogo, Vincenzo Napoli, l’arcivescovo Andrea Bellandi, il Rettore dell’Università di Salerno, Vincenzo Loia, il presidente della Provincia di Salerno, Michele Strianese, il procuratore generale presso la Corte d’Appello, Leonida Primicerio, il procuratore capo presso il Tribunale di Nocera Inferiore, Antonio Centore, il questore di Salerno, Giancarlo Conticchio, il direttore del Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Salerno, Carmine Vecchione, il presidente del corso di laurea in Odontoiatrica e Protesi dentaria, Massimo Amato, il direttore generale dell’Ospedale San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Vincenzo D’Amato, il direttore generale dell’Asl di Salerno, Gennaro Sosto, il presidente dell’Agenas, Enrico Coscioni, il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. La seconda delle due Giornate della Scuola Medica Salernitana sabato 29 ottobre, sarà interamente occupata, a partire dalle 9.30, dal simposio internazionale “La lezione di una vita. Cosa abbiamo imparato dal Covid-19? Sfide e opportunità per il mondo post pandemico”. Il convegno, articolato in quattro sessioni di discussione, si svolgerà presso il Centro congressi del “Saint Joseph Hotel”, in via Salvador Allende, a Salerno. Vi prenderanno parte personalità del mondo scientifico italiano e internazionale, e alcuni dei protagonisti della lotta al Covid-19, come per esempio il generale Francesco Paolo Figliuolo, già capo della struttura commissariale istituita dal governo per combattere la pandemia e il professor Giuseppe Ippolito, di origini salernitane, epidemiologo dell’ospedale Spallanzani di Roma, primo al mondo a isolare il Sars-CoV2. L’umanità ha vissuto devastanti epidemie per tutto il corso della sua storia, ma questa è stata la prima pandemia globale del nostro mondo. La scienza moderna ci consente di rispondere a queste epidemie con modalità che i nostri antenati non avrebbero potuto neppure immaginare, ma la scienza non può proteggerci se la si ignora. Questa non è la prima né sarà l’ultima volta che un agente infettivo “salta” da una specie animale all’uomo. Il Sars-CoV2è infatti il terzo coronavirus animale a infettare l’uomo nello spazio di venti anni, e contrariamente ai suoi predecessori Sars e Mers, ha una combinazione di trasmissibilità e virulenza ideali per causare una pandemia che ha già ucciso milioni di persone. “E’ fondamentale potenziare una infrastruttura internazionale di monitoraggio costante e incrementare vie di comunicazione aperte e rapide di informazioni su malattie infettive emergenti – sottolinea il presidente D’Angelo. – La pandemia da Covid-19 ci ha spinto a sviluppare strumenti migliori per epidemiologia, prevenzione e produzione di vaccini, tra cui enormi banche dati, protocolli internazionali di rapida sorveglianza genomica e vaccini a mRNA. E’ necessario continuare a usare e migliorare questi strumenti perché l’umanità sia preparata ad una prossima, forse inevitabile pandemia. Con il congresso di sabato facciamo il punto su tutto ciò che è stato fatto e lanciamo uno sguardo sul futuro, nella consapevolezza che la scienza dovrà affrontare nuove, temibili, sfide. E dovrà farlo senza le lentezze e la disorganizzazione che hanno caratterizzato le prime fasi della diffusione del Covid-19 fino a diventarne i principali alleati”.
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