Al giro di boa le masterclass per strumentisti, è il momento delle scuole al massimo cittadino con i musical Grease e Cenerentola e Il Barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini
di Olga Chieffi
Non solo alta formazione al teatro Verdi con nomi del calibro dello stesso Daniel Oren per la direzione d’orchestra, Eva Mei per il canto, Pavel Berman e Alessandro Moccia per il violino, attualmente in corso e Rena Shereshevshkaya per il pianoforte, nonché stage di danza con Anbeta Toromani, in collaborazione con il Monteverdi Circle, ma dalla fine di ottobre, con iscrizione entro il 30 settembre le scuole superiori di primo e secondo grado, potranno andare a teatro a vedere due splendidi musical con la compagnia della Rancia VerdeBlu e un’opera prodotta dal conservatorio di Salerno. Il progetto curato da Rosalba Lo Iudice, da un’idea della direzione artistica, sempre pronta ad aprire le porte del teatro, prenderà il via il 25 di ottobre con Grease, con protagonista la compagnia della Rancia, un viaggio negli anni ’50 statunitensi con un po’ di contaminazione da 21esimo secolo e mille colori grazie alle luci e i costumi. Grease riesce ad affascinare anche grazie al trasporto in un’epoca che ora appare sempre più lontana trasformandosi ogni anno di più in un percorso di musica e danza. Le date variano dal 25 al 28 ottobre, per uno spettacolo che avrà anche due repliche serali, il 25 e il 26 in abbonamento. Con la sua colonna sonora elettrizzante da Summer Nights a You’re the One That I Want, le canzoni aggiunte di B. Gibb, J. Farrar, L. St. Luis, S. Simon e le coreografie irresistibili, piene di ritmo ed energia, non è mai stato così attuale, e non è un caso che proprio in questi giorni, in ogni analisi del successo planetario di La La Land, i critici facciano riferimento proprio al film cult del 1978 con John Travolta e la compianta Olivia Newton-John che ha fatto innamorare (e ballare) intere generazioni, capace di divenire fenomeno di costume, sempre più vivo nella nostra estetica quotidiana, tra canzoni indimenticabili e protagonisti diventati vere e proprie icone generazionali. In più di 20 anni di successi in Italia, si è trasformato in una macchina da applausi, cambiando il modo di vivere l’esperienza di andare a teatro, un inno all’amicizia, agli amori indimenticabili e assoluti dell’adolescenza, oltre che a un’epoca – gli anni ’50 – che oggi come allora rappresentano il simbolo di un mondo spensierato e di una fiducia incrollabile nel futuro e nel progresso. Si consiglia con una favola in musica per le scuole primarie, sempre curata dalla Compagnia della Rancia, Cenerentola. Non è quella di Gioachino Rossini, un trionfo del nostro teatro in maggio ma il primo musical scritto dal regista Saverio Marconi, ispirato alla fiaba tradizionale di Perrault. Cenerentola, La Fata, la Matrigna, le Sorellastre, il Principe, sono personaggi cari al nostro cuore: li abbiamo incontrati nelle nostre fantasie infantili, cercati tra le pagine dei libri e poi rivisti al cinema, attraverso le geniali invenzioni di Walt Disney. Ogni volta immagini nuove si sovrapponevano alle antiche, ora in contrasto, ora in armonia. La Rancia VerdeBlu riporterà questi personaggi sulla scena, il 15,6, 29 e 30 novembre, l’occasione giusta per far avvicinare i bambini al teatro attraverso spettacoli di grande qualità, divertenti e al tempo stesso ricchi di valore. Una favola a lieto fine che, tra gli applausi, farà riflettere i piccoli spettatori: se alla fine i buoni sono premiati, i “cattivi”, forse, saranno perdonati. I ragazzi del Conservatorio “G.Martucci” stanno già provando agli ordini del Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli per non far brutta figura con il compositore che ascolta dal cielo del teatro: dal 12 al 14 dicembre sarà di scena Il Barbiere di Siviglia, che chiuderà lietamente il progetto scuole. Gli interpetri sono ancora da scegliere e lo farà il maestro Daniel Oren, per far irrompere sulla scena Figaro con tutti i crismi. Non sarà il giovane Figaro mozartiano che prende le misure della stanza che il Conte ha gentilmente concesso a lui e alla sua promessa sposa, Susanna, ma il Figaro di Gioacchino Rossini, quel barbiere che fa anche il chirurgo, il botanico, lo speziale, il veterinario e soprattutto il sensale, attività in cui è il più abile della città di Siviglia, un vero ciclone meridionale che ammucchia in fretta parole su parole per avere sempre ragione. Ma forse che questo Figaro sia anche giornalista? Ai tempi d’ oggi eserciterebbe sicuramente e sarebbe il migliore. Grandissimo spazio è dato all’elemento ludico, inteso come recupero di un’esigenza di costruzione formale dei concertati, usati, però, quale mezzo per garantire un trapasso fluido e quasi inavvertibile dall’azione drammatica all’aspetto più rivoluzionario del ludus rossiniano: la sospensione del “tempo”, o meglio il suo smisurato allargamento in seno ad episodi dove è la musica sola ad imporre la propria forma ed il proprio ritmo interiore.