di Luca Ferrini
Dopo il successo della prima serata che ha visto rimbalzare per tutta la notte, da una piazza all’altra della parte orientale della città, migliaia di avventori con l’imbarazzo della scelta rispetto alla molteplicità di spettacoli offerti dagli artisti che si sono avvicendati sui palchi allestiti per l’occasione, si è chiusa ieri, con il secondo appuntamento, la manifestazione “Notte Bianca 2022”. A condurre la serata, nell’affascinante cornice di una Piazza Portanova e dell’inizio di corso Vittorio Emanuele gremitissima, è stata un’impeccabile e sempre gradevole Agnese Ambrosio, affiancata da Benny Ronca. Sul palco, a partire dalle 22, si è esibito uno dei massimi rappresentanti della “Napoletanità” nel mondo, l’istrionico Sal Da Vinci che, accompagnato dal figlio Francesco, ha deliziato la platea con ben 24 brani, spaziando dai suoi successi storici ai classici della canzone napoletana, fino ad omaggiare i mostri sacri della musica leggera italiana: da Cocciante a Renato Zero, passando per Eros Ramazzotti e i Ricchi e Poveri. Due ore di spettacolo puro impreziosito dall’innata teatralità di un artista capace come pochi di dare voce alle emozioni coinvolgendo il pubblico con energia e passione. Sal Da Vinci si è presentato al pubblico salernitano accompagnato da un gruppo di performer straordinari e con una scaletta eterogenea, impreziosita dagli arrangiamenti dei maestri Adriano Pennino e Giuseppe Fiscale, che ha rivelato i mille volti e registri di cui è grande interprete, sostenuto da un gruppo di grande professionalità e competenza con cui da anni si esibisce, a partire da Carmine Marigliano, che si è alternato meravigliosamente ai sassofoni e al flauto, tripudio, naturalmente per il medley del musical Scugnizzi, con Sal Da Vinci che ha rindossato da par suo la tonaca e la voce di Don Saverio, che lo rivelò alla platea salernitana ai principi degli anni duemila. E’ il momento del medley dedicato a Renato Carosone, pezzi di musica ben assemblati, gocce d’America, di flamenco, di tango, di bajon e di cultura musicale nostra, ripulita da memorie imbalsamate. Riflettori sugli ottoni e sulle percussioni “latin” session “richiestissime”, composte da Alessandro Tedesco, al trombone, da poco disponibile il suo sesto disco Magma, che esprime per intero il humus culturale, Peppe Fiscale alla tromba e al flicorno soprano, con Gianluca Mirra e Antonio Mambelli, alle percussioni, Guido della Gatta e Daniele Santimone alla chitarra e Christian Capasso al basso. Gran finale sulle note del Mercante di Stelle con la formazione a sostenere la voce tenorile di Sal, balzato prima di donarsi a selfie e abbracci, il quale ha l’animo di imperversare generosamente sempre nel registro medio acuto, di serata in serata, allontanando ogni ombra, senza temere stanchezza, sulle ali dell’ abbraccio, forte del pubblico. Allo scoccare della mezzanotte c’è stato il passaggio del testimone, preceduto da un lungo e sentito abbraccio dietro le quinte, con l’amico Biagio Izzo che chiudeva la kermesse portando sul palcoscenico la sua brillante e scoppiettante comicità, riuscendo a coinvolgere il pubblico, da autentico One Man Show, con i suoi divertenti aneddoti e con i suoi monologhi sempre ispirati all’attualità.