di Fabio Setta SALERNO. Un vero e proprio doppio colpo di mercato. Il primo soltanto da pagare, il secondo da curare e far crescere con cura in vista della prossima stagione. Lotito, dopo il blitz in Comune, porta a casa campo Volpe e stadio Arechi. Ieri l’ufficializzazione dell’intesa anche se la firma sulla convenzione, scadenza 2020 arriverà solo la prossima settimana. Per quanto riguarda il Volpe non ci sarà l’uso esclusivo da parte della Salernitana, come avrebbe voluto Lotito. A rivelarlo è stato lo stesso De Luca: “Ci sarà la possibilità di far giocare anche altre squadre con le tariffe applicate dal Comune. Inoltre ci sarà spazio per una ventina dei ragazzi dei quartieri che segnaleranno le nostre strutture delle Politiche Sociali”. Di 25mila euro circa il canone annuo che la Salernitana verserà al Comune che ha ristrutturato l’impianto a sue spese, ha acceso un mutuo presso il Credito Sportivo di 2 milioni di euro. Ma le novità principali riguardano lo stadio Arechi. Il Comune avvierà una serie di lavori di restyling che saranno curati dalla Seroga, ditta che già si è occupata del Volpe e senza spese aggiuntive. Alla Salernitana l’onore e l’onere di provvedere al rifacimento del manto erboso. Le spese sostenute dal club, che partono dal mezzo milione di euro, saranno poi detratte dal fitto annuale per l’utilizzo dello stadio. E Lotito per risolvere una volta per tutte il problema, ha già pronta la soluzione. All’Arechi il terreno di gioco non sarà più in erba naturale, ma in sintetico di ultima generazione, un misto di sintetico-naturale sul modello del campo Volpe. Il patron aveva già prospettato questa soluzione lo scorso ottobre. Ora c’è stato anche il placet dell’amministrazione comunale. Una soluzione sicuramente vantaggiosa, anche se più costosa, ma che finalmente risolverebbe un problema che da anni sta affliggendo la Salernitana. I lavori partiranno al termine della stagione intervallati dal concerto di Ligabue. Una vita da mediano non sarà più tra fango e pozzanghere. Magari meno romantico ma almeno il terreno non sarà più un alibi.
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