Monica De Santis
Nella zona alta del centro storico di Salerno, conosciuta con il suo nome medievale “Plaium montis”, sorge “Il Giardino della Minerva, il “viridario” che, sin dal XII secolo fu della famiglia Silvatico e dove nel primo ventennio del 1300, Matteo, realizzò l’antesignano di tutti i futuri Orti Botanici d’Europa, il “Giardino dei semplici”, intitolato per la precisione Opus pandectarum medicinae. Ora questo luogo ricco di fascino e storia, considerato uno dei 10 giardini più belli d’Italia, rischia di chiudere per mancanza di visitatori. La pandemia che ha colpito l’Italia dallo scorso mese di febbraio, e poi il resto dell’Europa e del Mondo, ha ovviamente bloccato gli spostamenti dei turisti. E proprio la grande assenza di turisti in città, ha messo in ginocchio chi da anni gestisce la struttura, che conta ben 14 dipendenti e che senza l’aiuto di privati e istituzioni rischia di chiudere definitivamente… “Abbiamo avuto nel primo trimestre di quest’anno – spiega il direttore del Giardino della Minerva, Luciano Mauro, un calo del 92% dei visitatori. Attualmente, rispetto ai mesi di giugno e luglio dello scorso anno, registriamo solo un 1/3 delle presenze. La nostra è una struttura che si mantiene con i biglietti d’ingresso. E non è solo la mancanza dei turisti che ci ha creato questi problemi economici, ma anche l’assenza delle scuole. All’interno del giardino noi svolgiamo diverse attività didattiche rivolte alle scolaresche, che numerose ci venivano a trovare da marzo a maggio. Purtroppo anche questa importantissima fonte di entrate economiche è andata persa, aggravando ancor di più la nostra situazione”.
Quanto costa mensilmente tenere aperto il Giardino della Minerva?
“Tra i 5mila e i 6mila euro circa. Come può ben capire non è poco”.
Non ricevete nessun aiuto da parte delle istituzioni?
“Si, il Comune di Salerno ci paga le bollette dell’acqua e della luce, mentre la Regione ogni anno di eroga un piccolo fondo che deve essere però usato per i lavori di manutenzione straordinaria”
Voi fate parte dei Musei regionali. Avete fatto presente alla Regione la vostra situazione?
“Abbiamo raccontato le nostre difficoltà all’ufficio regionale preposto. Abbiamo anche chiesto, alla dirigente dei Musei Regionali, di non erogarci quest’anno il fondo per i lavori di manutenzione straordinaria, ma di reindirizzare questi fondi per il sostentamento del Giardino”.
Cosa vi hanno risposto?
“Si sono resi conto che la nostra problematica è la stessa di altri musei e quindi ci hanno detto che avrebbero cercato una formula per reindirizzare questi fondi. Speriamo”.
In queste ultime settimane, da quando la notizia di una vostra probabile chiusura, sta circolando, siete stati contattati da qualche privato che si è offerto di farvi una donazione?
“No, purtroppo no. Noi abbiamo dato il via, subito dopo la riapertura ad una campagna abbonamenti rivolta a tutti i salernitani che amano il Giardino. Ogni abbonamento ha un costo di euro 20. Siamo riusciti a fare 50 abbonamenti circa, che non è male, ma ovviamente non risolvono il nostro problema. Poi per il resto nessun altro si è interessato al Giardino”.
Avete messo in atto anche altre iniziative?
“Diciamo che le stiamo provando tutte pur di mantenere aperto il Giardino. Abbiamo anche fatto una raccolta fondi mettendo in vendita le nostre piantine attraverso il sito web, abbiamo sollecitato quante più persone possibili a darci una mano”.
Adesso però vi hanno risposto la Fondazione della Comunità Salernitana, con l’Assessorato alla Cultura ed un gruppo di artisti salernitani?
“Sì, siamo molto grati alla Fondazione della Comunità Salernitana, per aver realizzato questa serata all’Arena del Mare, lunedì 20. Ringraziamo anche l’assessore Willburger, il Conservatorio di Salerno, la Bit & Sound Music e Gaetano Stella. Speriamo che il pubblico partecipi e che si riescano a raccogliere fondi per il nostro mantenimento. Ma soprattutto ci auguriamo che si possa tornare presto alla normalità e quindi poter tornare nuovamente ad ospitare scuole, gruppi, etc…”