5 mezzi gusci d’uovo d’olio è un romanzo quotidiano. Parla di famiglia, di ricordi, odori ma soprattutto di vita, quella di tutti i giorni, quella in cui tutti si possono riconoscere. E lo fa attraverso un viaggio da sud a nord, come spesso accade. La nostra protagonista si trasferisce da Salerno a Torino dove ad attenderla c’è una nuova vita, una nuova casa e tante situazioni paradossali che rendono il viaggio brioso e divertente. Il volume sarà presentato oggi in via delle Botteghelle 7 a Salerno. Lei ha un paio di scarpe comode e una valigia piena di ricette. Quelle di sua nonna. Ricette a occhio per amalgamare, condire, gustare e mettere insieme gli ingredienti di tutti i giorni. «La strada è una dispensa. E tutto quello che c’è dentro è la vita. Sta a noi prendere quello che ci serve, amalgamarlo e condirlo al meglio. Gli ingredienti di tutti i giorni non corrispondono quasi a mai a quelli che ci sarebbero serviti per il nostro piatto, ma quelli sono gli ingredienti con cui lavorare, quelli che non ci saremmo aspettati, quelli che ci capitano. Sono ingredienti a caso e a noi tocca metterli insieme lo stesso in una ricetta a occhio. La migliore che ci sia». Accanto alla protagonista, in una sorta di doppio, si muove un’altra donna: un personaggio che compare sin da subito, quasi a voler irrompere sul suo cammino lasciando impronte profonde lungo la strada e intorno a sé. La protagonista osserva questa figura così diversa da lei, avvolta da presenza e assenza, elegante nelle sue scarpe rosse col tacco 12. Come in uno specchio, la protagonista vede riflessi nella donna gli ingredienti che le mancano: un po’ di introspezione, un po’ di silenzio e di mistero, ma anche la capacità di camminare sui tacchi.
La scrittura vivace e leggera apre così a un mondo dove mistero e ironia si amalgamano in un libro che è anche una piccola raccolta di segreti da ricopiare a mano con cura su un’agenda. Perché la cucina è il luogo ideale dal quale osservare e capire la vita per apprezzarne tutti i momenti, anche quelli che non ci piacciono. «Ho imparato a gustare i momenti freddi, perché là per là non riesci a cogliere appieno tutte le sfumature, gli odori e i colori del viaggio che stai compiendo». E il viaggio della protagonista non si conclude. Nessuna destinazione, soltanto partenze. Come la vita da condire e cucinare, con tacchi e senza tacchi perché alla fine ciò che conta davvero è come ti muovi: «E se impari a stare in piedi, a camminare bene, il risultato è formidabile».