40mila euro di debito, militare salvato grazie a Sosantiracket e usura - Le Cronache Ultimora
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40mila euro di debito, militare salvato grazie a Sosantiracket e usura

40mila euro di debito, militare salvato grazie  a Sosantiracket e usura

di Erika Noschese

Dal 2011 ad oggi sono 14 le denunce seguite dall’associazione antiracket e antiusura, affiancando le vittime di estorsione con presenza fisica durante i processi con richiesta di risarcimento danni. A snocciolare i dati il Presidente dell’associazione Tommaso Battaglini chiarendo che Sos antiracket antiusura ha rinnovato, ancora una volta, il suo impegno di prevenzione e contrasto ai fenomeni delinquenziali al fianco delle Istituzioni e degli Organismi ministeriali. «Da più di 10 anni l’Associazione affianca le vittime di usura, estorsione e della criminalità organizzata nei diversi processi penali – sottolinea il presidente – con il sostegno e la consulenza dal momento dell’ascolto e della presa in carico della denuncia sino alla costituzione nel processo penale della vittima e dell’Associazione stessa, che accompagna fino all’ultimo grado di giudizio, quando occorre. Solo qualche settimana fa, la Corte di Cassazione ha depositato la sentenza con la quale ha confermato la condanna per usura ai danni di una vittima che si era rivolta alla nostra Associazione, che l’ha seguita fin dalle prime battute del procedimento penale. «L’uomo era stato condannato in primo grado dal Collegio del Tribunale di Vallo della Lucania con l’accusa di usura poi confermata dalla Corte di Appello di Salerno (che ha dichiarato invece estinto per prescrizione il reato di tentata estorsione) – aggiunge Antonio Picarella, Responsabile dell’Ufficio Legale di SOS antiracket antiusura – La Cassazione, con sentenza depositata a metà marzo scorso, ha dichiarato inammissibile il ricorso, confermando la sentenza di condanna a quattro anni per usura, e confermando la condanna al risarcimento del danno e alle spese di giudizio a favore della vittima e dell’Associazione costituitasi parte civile al suo fianco anche nel giudizio di Cassazione». Caso emblematico riguarda un militare salernitano che ha avanzato una richiesta di piano del consumatore, seguita dall’associazione con l’Occ, l’organismo di composizione della crisi del tribunale di Salerno. Una persona che, negli anni, ha fatto diversi prestiti e su uno stipendio di 2mila euro a fine mese ne restano circa 800 per fronteggiare un debito di 40mila euro che le banche non avrebbero dovuto concedere. «È importante denunciare e opporsi ai propri aguzzini, così come è fondamentale, essenziale, che la vittima sia assistita e affiancata durante tutto il procedimento penale, spesso non facile nè breve, per evitare che fenomeni criminali così allarmanti cadano nell’oblio del tempo e restino impuniti», hanno ribadito Battaglini e Picarella. Il Protocollo rinnovato con la Prefettura di Salerno è il valore aggiunto di un’attività, dentro e fuori le aule di tribunale, che l’Associazione svolge da anni, attraverso iniziative di prevenzione con i diversi presidi territoriali attivi, giornate formative con l’Arma dei Carabinieri, momenti di studio all’Università di Salerno. L’Abi si occupa invece di aumentare il livello di sensibilità nella gestione dell’attività di prevenzione perché è evidente che le banche possono intercettare le situazioni di sovraindebitamento e aiutare famiglie imprese ad avere un uso consapevole del denaro per evitare poi di cadere vittima del reato di estorsione e usura che saranno contrastati in modo efficace con l’osservatorio provinciale, come ha spiegato Giuseppe Nargi, presidente della commissione regionale Abi e direttore regionale Intesa Sanpaolo per Calabria, Campania e Sicilia. «Come banche noi possiamo verificare la parte preventiva quindi sicuramente c’è una situazione di maggiore difficoltà, data dal contesto economico e quindi evidentemente la sensibilità devo aumentare per gestire al meglio la fase di prevenzione», ha aggiunto il presidente Nargi.