Grimaldi: Superbonus, nel 2024 previsto un calo degli investimenti almeno dell’80% - Le Cronache
Ultimora

Grimaldi: Superbonus, nel 2024 previsto un calo degli investimenti almeno dell’80%

Grimaldi: Superbonus, nel 2024 previsto un calo degli investimenti almeno dell’80%

di Erika Noschese
«Per il 2024 è previsto un calo degli investimenti nel settore di circa l’8,00% rispetto al 2023. A ciò ha contribuito fortemente il calo dei lavori per il Superbonus». Lo ha dichiarato Angelo Grimaldi, presidente dell’Unaco, l’Unione Nazionale Costruttori, associazione nata con lo scopo di ridurre le distanze tra il management, gli associati e le istituzioni, con lo scopo dichiarato di voler modificare l’approccio della rappresentanza datoriale, non più autoreferenziale, non più demagogia, ma con azioni concrete, per affermare con autorevolezza le istanze e le esigenze del mondo delle costruzioni e del grandissimo indotto che è di vitale per l’intero Paese.
Presidente si parla ancora di Superbonus, quali novità per il 2024?
«La ringrazio per la domanda, ma per il 2024 e aggiungo per il 2025 non c’è quasi nulla di nuovo, in quanto la legge sul superbonus esisteva già e conferma quanto già nel dettato normativo riguardo le aliquote dei crediti di imposta a cui far riferimento e sulle quali devono programmare le attività sia le famiglie che le imprese. Per il 2024 l’aliquota del credito di imposta è il 70% mentre per il 2025 è del 65%. Questo è dal 2020. Novità interessante può essere considerata che a partire dal 1° gennaio 2024 è stato istituito un fondo povertà per i redditi con Isee sotto i 15mila euro destinato a compensare la differenza tra la precedente aliquota del 110% e quella attuale fissata nella misura del 70% ma solo se i lavori entro il 31 dicembre 2023 hanno raggiunto uno stato di avanzamento pari al 60 per cento. L’originaria maxi-detrazione al 110% sarà mantenuta solo per gli interventi realizzati e asseverati al 31 dicembre 2023. Se mi consente vorrei proporre una veloce analisi sul superbonus per i danni e gli impatti positivi».
Prego, lo faccia…
«Danni da Superbonus. Altro aspetto negativo del superbonus è che in Italia abbiamo scontato una doppia spinta al rialzo dei prezzi delle materie prime, poiché se da una parte era atteso un incremento prezzi generalizzato dato dalla ripartenza post pandemica, abbiamo messo un boost di potenza creando la bolla speculativa che tutti noi ben conosciamo. i prezzi di molti materiali li abbiamo visti triplicare se non di più, questa problematica ha di fatto: aumentato il costo di costruzione almeno del 30% circa, bloccando il mercato del nuovo sfavorendo soprattutto le giovani coppie, che sommando tale aumento al rialzo dei tassi di interesse sui mutui, sono nella impossibilità di acquistare nuovi immobili e noi mi sembra facciamo anche quelli; sui lavori pubblici vi è stato il medesimo incremento traducendosi in maggiori imposte rispetto al 2019, che il cittadino verserà all’erario. Per quanto riguarda gli impatti positivi, invece, partendo dal presupposto che un euro investito in edilizia genera un 3.3 volte di pil considerando l’indotto avremo: maggiori imposte derivanti da incremento dei fatturati delle aziende e dei professionisti del settore; maggiore attenzione all’ambiente riducendo le emissioni climalteranti, con notevoli vantaggi in termini di impatto ambientale e di salubrità percepita nelle abitazioni, quindi migliore qualità della vita che è ciò a cui tutti noi aspiriamo alla riduzione della bolletta energetica, sempre che si completino i lavori; aumento dei posti di lavoro, quindi un minore impatto per i sussidi di disoccupazione e maggiori entrate generate dai contributi previdenziali».
Nel Lazio passa la legge per sbloccare i crediti incagliati, qual è la situazione in Campania?
«Abbiamo accolto con grande favore la legge del 10 ottobre della Regione Lazio, le attività dell’Ente che hanno stabilito le modalità e i criteri attraverso i quali gli enti e le società controllate dalla Regione come Cotral spa che possiedono i requisiti di legge, potranno acquistare i crediti incagliati per poi favorire un loro utilizzo diretto in compensazione; ha inoltre deliberato la realizzazione e lo sviluppo della piattaforma digitale per il monitoraggio degli interventi e istituito la cabina di regia per l’attuazione delle misure. Attualmente in Regione Campania esiste una proposta di legge che prevede l’istituzione di un fondo di circolazione dei crediti fiscali derivanti da interventi da superbonus, attendiamo risvolti. Per quanto ci riguarda stiamo perorando la causa presso gli uffici Regionali sulla scia della norma licenziata dalla Regione Lazio, il problema è trovare l’allocazione in bilancio Regionale».
Dal Senato un altro stop alla proroga, cosa accade ora?
«Purtroppo era nell’aria e non è stata una sorpresa, in questo momento per le attività in essere per il 2024 e il 2025 si dovrà applicare la corrispondente aliquota. Il problema però secondo noi era ben noto, dalle pagine di questo giornale che ha sempre avuto a cuore le sorti delle famiglie e delle imprese che avevano scommesso (molti tutto ciò che avevano) lo abbiamo esposto purtroppo con tutta la schiettezza del caso, anche ad avvertire gli stessi operatori e le famiglie. Ormai sono tre anni che siamo soggetti a continue modifiche e né gli imprenditori del settore, né tantomeno le famiglie potevano pensare di fondare business plan sul “Si Dice”. La norma come detto esisteva e molto male hanno fatto le voci che hanno lasciato intendere che si potesse prorogare il termine per l’applicazione dell’aliquota del 110%. Il problema grave oltre alla riduzione delle aliquote dei crediti, in ogni caso è rappresentato dalla cessione! La scarsissima convenienza che le banche hanno a non monetizzarli rappresenta di fatto il blocco dei lavori, le aziende non potranno portare a termine i contratti, poiché non hanno la capacità finanziaria. A tal proposito la prossima settimana saremo a Roma, per consegnare al Governo una nostra proposta tesa allo sblocco dei crediti incagliati ed alla possibilità concreta di poter inserire la strutturalità della norma sui bonus edilizi, offrendo la possibilità certificata della cessione».
Si parlava di licenziamenti nel 2023, qual è il trend per il 2024?
«Per il 2024 è previsto un calo degli investimenti nel settore di circa l’8,00% rispetto al 2023. A ciò ha contribuito fortemente il calo dei lavori per il Superbonus, secondo questi dati è facile essere profeti, affermando che il trend per quest’anno continuerà ad essere negativo riguardo l’occupazione nelle costruzioni. La speranza viene dalle opere del Pnrr, ma bisogna evitare che diventi un altro “superbonus”! Gli investimenti del Pnrr potrebbero rallentare la flessione del comparto, non dobbiamo dimenticare che l’edilizia muove il 3.3 di indotto, a patto però che la Pubblica Amministrazione renda attuabili i progetti, molti già appaltati ma bloccati dal pantano burocratico spesso creato dalla carenza di personale. Ad evitare che questo aspetto diventi un boomerang per le aziende edili, la P.A. oltre che sburocratizzare, deve anche assumere più velocemente di quanto sta già facendo».
Sanatoria superbonus, può essere la risposta?
«Così come è strutturato questo superbonus non credo proprio. Invece potrebbe essere la norma strutturale l’arma vincente che permette la programmazione nei tempi giusti, senza drogare il mercato dei prezzi delle materie prime, con tutto ciò che ne deriva».
Quali conseguenze per le imprese e i cittadini che si sono avvalsi di questo strumento?
«Data la struttura della norma, le conseguenze saranno molteplici e di solito non rosee, anche se in parte alleviate con modifiche normative di qualche mese fa. Si potrebbe verificare la fattispecie di non vedere ultimati i lavori se non mettendo mano alle proprie risorse, quando questo è possibile, altrimenti per le famiglie si moltiplicheranno i contenziosi con le imprese e i disagi e, per queste ultime ci saranno notevolissime difficoltà a far fronte ai pagamenti con i fornitori ed operai».