di Gerardo Severino*
Il 12 agosto del 1900, quindi 125 anni orsono, a Quito si addivenne alla stipula del “Trattato di stabilimento, commercio e navigazione fra l’Italia e l’Equatore”, una vera e propria attestazione di amicizia firmata per l’Italia dal Ministro Plenipotenziario Giuseppe Pirrone e per l’Ecuador dallo stesso Ministro delle Relazioni Estere, Don José Peralta. Ciò non voleva certo dire che i rapporti fra le due Nazioni nascevano in quel momento, essendo, infatti, molto più remoti, ma che gli stessi si sarebbero rafforzati per il futuro, dando ulteriore sfogo alla valvola migratoria. Questo anniversario è stato festeggiato, e lo sarà per tutto l’anno, sia in Italia che in Ecuador, anche attraverso convegni, dibattiti, cerimonie e, soprattutto contributi editoriali, come il presente. Sono davvero molti e ben solidi i legami che uniscono l’Ecuador al Meridione d’Italia, terra dalla quale emigrarono, già a partire dalla seconda metà dell’Ottocento, non poche persone, dirette inizialmente nel Nord e Sud America. Alcuni di loro fecero fortuna, sia come abili commercianti, sia come professionisti nei vari campi della società ecuadoregna, funzionari pubblici, ma anche abili artisti, come nel caso che affronteremo oggi, ricordando la figura del grande fotografo – per quanto amatoriale – Zacarias D’Aniello, originario di Marina di Camerota, in provincia di Salerno, oggi perla del turismo balneare. La famiglia D’Aniello, pionieri dell’emigrazione Cilentana in Ecuador Quella dei D’Aniello è una storia particolarmente affascinante e ricca di sorprese, la quale, tuttavia, non ebbe origine da Camerota, bensì da Minori, la bellissima località della Costiera Amalfitana, ove, il 9 gennaio del 1854 venne al mondo il capostipite del ramo Cilentano, Agnello D’Aniello, figlio di Vincenzo e di Fiorentina Lembo. Abile “industriante”, Agnello fu uno dei tanti giovani che si sarebbero spinti sempre più a Sud, in cerca un’azienda agricola da mandare avanti, ovviamente al solo scopo di sfamare la futura famiglia. Il giovane si trasferì, quindi, a Camerota. Convolato a nozze, il 9 agosto del 1881, con la conterranea Maria Giuseppa Camera, nata a Minori nil 17 gennaio del 1857, figlia di Pasquale e di Trofimena Farace, Agnello prese alloggio nel vecchio Vico degli Aranci. Fu proprio qui che il 2 giugno del 1882 nacque il primogenito, che ovviamente fu chiamato come il nonno paterno, quindi Vincenzo. A Vincenzo avrebbero fatto seguito altri figlioli, tra femmine e maschi, tra i quali Francesco, venuto alla luce il 23 marzo del 1889, il nostro protagonista, Zaccaria, nato il 4 dicembre del 1891, così chiamato in onore dello zio paterno, lo stesso che avrà un ruolo decisivo nel suo avvenire, come racconteremo a breve e, infine, Antonio, nato nel 1895. Zaccaria visse in paese sino al 1904, epoca nella quale si lasciò convincere dall’omonimo zio, raggiungendolo così in Ecuador. L’Avventura Ecuadoregna (1901 – 1937) Agli inizi del Novecento, mentre la maggior parte degli emigranti di Camerota preferivano spingersi verso il Venezuela, Zaccaria D’Aniello, fratello più piccolo di Agnello (era nato a Minori il 14 gennaio 1861), dopo un breve periodo trascorso a New Orleans si spinse sino in Ecuador, prendendo dimora nella città di Guayaquil, già allora il più importante porto commerciale dell’Oceano Pacifico. Nel giro di pochi anni, Zaccaria senior fece fortuna nel commercio, tanto da aprire una delle tante Case di Import ed Export, che avrebbero legato il Paese Centro-Americano con l’Europa. Grazie a tale attività si fece raggiungere da Camerota e dalla stessa Minori da non pochi parenti e amici. Tra questi anche i nipoti più stretti, Antonio, Vincenzo e Zaccaria junior, che approdarono a Guayaquil nel corso del 1904. Nel 1908, l’azienda di Zaccaria senior era così celebre al punto da essere citata del diffuso <<Anuario del Comercio de España y Stati Hispanos-Americani>>, edito a Madrid. Tre anni dopo, quindi nel 1911, i nipoti si misero in proprio, dando così vita alla “D’Aniello Hermanos y Cia”, specializzata nell’importazione dall’Italia di tessuti e cachemire, allora molto in voga, con sede in Guayaquil, Malecón, 1505. Nel maggio del 1915, con l’entrata in guerra dell’Italia, sia Zaccaria che i fratelli furono costretti a tornare in Patria, raggiunti dalla cartolina precetto. E fu proprio la “Grande Guerra” che si sarebbe portato via il fratello maggiore, l’adorato Vincenzo, morto in combattimento il 7 gennaio del 1916, sul Monte Mrzli, nel corso della 4^ battaglia dell’Isonzo, mentre vestiva i panni di Caporale del glorioso 90° Reggimento Fanteria. Tornato in Ecuador, Zaccaria riprese la vita di sempre, prodigandosi nella gestione dell’impresa familiare. Ma la vera peculiarità che avrebbe caratterizzato la breve vita di Zaccaria junior fu la passione per la fotografia, una attività che inizialmente il giovane avrebbe praticato a livello dilettantistico, per poi trasformarla in una vera e propria professione. Nel corso del 1930, Zaccaria D’Aniello si sposò con una ragazza di Quito, ove nel frattempo si era trasferito, mettendosi così in proprio anche dal punto di vista lavorativo. Dal matrimonio con Maria de Dunkel sarebbero nato tre figli: Joséphine Rosa (detta Fina), nata il 30 ottobre del 1931, Antonio e Zaccaria Vicente. Zaccaria D’Aniello junior si spense a Quito nel settembre del 1937, a pochi mesi dal suo quarantaseiesimo compleanno, mentre l’adorato zio, il vecchio Don Zaccaria avrebbe lasciato questo mondo il 2 marzo del 1947, nella sua casa di Guayaquil. Mentre del ricco e filantropico emigrato di Camerota in Ecuador non rimase alcun ricordo, nonostante quello che aveva fatto, sia per il Paese Latino-Americano che per la stessa Comunità italiana, del nipote rimane oggi un’eredità molto importante: il suo materiale fotografico, conservato nell’Archivo del Banco Central del Ecuador, testimonianza viva di colui che fu uno dei più grandi pionieri di questo settore in America Latina. *Col. Aus. G.di F. – Storico Militare





