Pubblico internazionale al Giardino dell’Oasi di Scario per il trio composto da Dayana e Vincenzo Toriello con Antonio Florio, si continua stasera con il cantautore Emanuele Galoni
Di OLGA CHIEFFI
Pubblico internazionale nel Giardino dell’Oasi di Scario martedì sera, per la performance dei White Melody un duo composto da Vincenzo Toriello alla tromba e alle tastiere e dalla splendida voce di Dayana Toriello, una formazione navigata cui si è aggiunto il particolare suono dei sassofoni del M° Antonio Florio. Il duo, invitato dai patron di questo fascinoso spazio Giuseppe e Grazia Sica, che hanno stilato un vero e proprio cartellone di eventi musicali, che accompagnerà l’eterogeneo ed esigente turismo che ha scelto la perla marinara del golfo di Policastro, e che stasera, alle 22 ospiterà il cantautore Emanuele Galoni, ha rivelato l’ innata capacità di trasporre con creatività il tessuto armonico e melodico della canzone italiana d’autore.
Diverse le carte vincenti della interessante scaletta preparata per la serata, quasi una costruzione di un progetto musicale colto e raffinato, che ben riflette il mondo poetico della nostra tradizione canora. Un programma che ha felicemente inaugurato un dialogo tra la tradizione musicale americana e quella della canzone italiana e partenopea, in cui i maestri Vincenzo Toriello alla tromba e Antonio Florio ai sassofoni si sono rivelati artigiani di toni e timbri, armonie e “disarmonie”. Il saper coniugare la propria eccelsa statura culturale con una capacità davvero rara di regalare profonde emozioni, la voglia di mettersi in gioco attraverso un processo di creazione straniante ed anticonvenzionale, che gioca in qualche caso a creare riusciti contrasti tra le atmosfere gioiose dei suoni e la sofferta drammaticità dei testi originali, sono stati gli ingredienti per diversi omaggi ad eccelse voci che hanno scritto la storia della musica leggera nazionale, quali Mia Martini, Mina, Umberto Bindi, Giorgia. Le canzoni sono state affidate alla voce calda e seducente di Dayana Toriello, che ha omaggiato il pubblico del Giardino di delicati cammei, capaci di sorprendere per l’ariosa dinamica del fraseggio, sviluppato con la sua intensa e, tuttavia, luminosa e cangiante suggestione timbrica, valorizzata da un ricco equilibrio cromatico, nel registro medio, da toni d’una ventosa trasparenza notturna e negli acuti da suoni d’una liquida, dorata ambiguità, asciutta sensualità e agrodolce sacralità, che hanno sposato il suono di tromba assoluto e relaxin’, per usare un termine caro a Charlie Parker, di Vincenzo Toriello. Ingredienti di qualità superiori che abbiamo ritrovato anche nei miscelati del giovane ed esperto barman cantautore Fidel, ispirato per le sue particolari creazioni, ma che imperdonabilmente sprovvisto di banane, per i suoi delfini e la banana split, ha prodotto cuori, visi, barchette con la frutta di stagione, nonché nelle pizze donate dalle ricerche del grande Antonio, oltre che nei rinomati gelati, baci e affogati.
I sassofoni di Antonio Florio, invece, si sono trovati a proprio agio nei diversi contesti, pur legati dallo stesso filo rosso, riuscendo a conservare intatte le caratteristiche di quel filone “classico-swing”, che ha avuto il suo clou nell’esecuzione di “Prelude to a Kiss”, una vera e propria evocazione del sax alto di Johnny Hodges, “The Rabbit”, il dominatore incontrastato della front line dell’orchestra di Duke Ellington. “Il tema è di Strayorn – diceva Johnny -l’ha scritto per me. Ma quei passaggi li ho inventati io. Anzi li ho brevettati!”. Le morbide acciaccature, il sound incantevolmente terso, i glissando da vertigine, il fraseggio asciutto, nervoso e agilissimo, mantenuto entro arpeggi distanziati è stato perfettamente centrato dal sax alto del M° Antonio Florio, il quale è riuscito in pieno ad eguagliare la sua ricchezza espressiva, che poco concedeva a certo romanticismo di maniera. Applausi per tutti e in particolare per la tromba che con flessibilità e buon gusto si è piacevolmente adattato anche alle esigenze della vocalist, in un elegante viaggio ideale nel ripercorrere un pezzo di storia della musica leggera, in una conversazione dal lessico “familiare”.