Acque agitate nel M5S, all’indomani del crollo elettorale in Sardegna . In merito questa mattina il capo politico Luigi Di Maio , sotto attacco da parte dei dissidenti interni, ha annunciato in conferenza stampa alla Camera che oggi si apre ufficialmente “la discussione all’interno del M5S e con i cittadini italiani per la riorganizzazione del Movimento e per essere forti alle amministrative”. Una riorganizzazione che chiarisce per rispondere alle critiche dei “ribelli” “non sarà calata dall’alto”. Ma sarà ratificata con un voto su Rousseau, probabilmente domani. Dopo aver ribadito che “le amministrative non si possono paragonare alle politiche”, e che non avranno “nessun impatto sulla vita né del M5s né del governo”, Di Maio annuncia i cardini del nuovo corso: il “dialogo con vere liste civiche, non ammucchiate” e la fine della regola del doppio mandato per i consiglieri comunali. “Possiamo discutere di nuove regole per i consiglieri comunali, per esempio che il loro secondo mandato non valga e possano candidarsi anche al consiglio regionale, o in Parlamento”. E assicura: “L’anima del Movimento non cambia, diventa solo più adulto”. Sulla scia della nuova riorganizzazione, dal sindaco pentastellato di Livorno Filippo Nogarin
arriva una prima proposta, ossia quella di “sperimentare l’alleanza con le liste civiche” proprio nella città toscana, dove si voterà per il rinnovo del sindaco nei prossimi mesi. Le critiche di Grillo Già ieri sera è stato Beppe Grillo, con cui Di Maio nega di aver avuto diverbi, a manifestare malumore nel corso del suo spettacolo a Catania. “Forse non siamo all’altezza, forse siamo principianti come dicono”, ha detto. E su Salvini: “È uno leale ed è furbo perché sfrutta le piazze come facevamo noi”. I dissidenti interni Mentre la senatrice “ribelle” Elena Fattori a Rai Radio1 ritorna sul tema del doppio incarico – di ministro e capo politico del Movimento – ricoperto da Luigi Di Maio: “Secondo me Luigi deve fare solo il capo politico, che è già un impegno enorme. Non dovrebbe ricoprire tutti gli incarichi che sta ricoprendo. Il resto gli ruba solamente tempo e ci sono persone altrettanto preparate che possono sostituirlo”. La replica non si fa attendere. Di Maio infatti pone il suo altolà e chiarisce: “Il ruolo del capo politico si discute tra quattro anni. La carica dura cinque anni”.