di Maria Francesca Troisi
Nel corso del weekend della Notte Bianca, da 6 all’8 luglio, Salerno ospiterà Vetrine d’Arte, iniziativa accolta dall’Amministrazione Comunale, che ricalca una realtà presente in tutta Europa, ossia quella di creare un connubio tra l’arte e il commercio, permettendo l’esposizione di artisti salernitani più o meno noti nei negozi dei commercianti che hanno aderito al progetto. L’iniziativa, nata dalla quarantottenne Tiziana Fresa, laureata in storia dell’arte, si auspica abbia un proseguio che possa coinvolgere anche le istituzioni scolastiche, creando quindi un’interazione con le scuole, al fine di sperimentare non solo le capacità artistiche ma presentare anche tematiche importanti.
Tiziana, come nasce questa iniziativa?
“Nasce da un mio sogno, ossia quello di esprimere la mia passione per l’arte, rimasta per tempo sopita. In una chiacchierata con Veronica Mondany (Consigliere Comunale) è venuto fuori questo progetto, che lei ha accolto con la sua parte più rappresentativa, quella della solidarietà tra donne. L’idea è stata quindi approvata in primis da lei, che ha testimoniato con l’accoglienza di questa idea la sua grande solidarietà alle donne, facendomi poi anche da ponte nel presentarmi Dario Loffredo (Assessore al Commercio) che a sua volta mi ha creato il contatto con Mario Arciuolo, organizzatore di Notte Bianca, nonché direttore della Cidec. Il tutto è stato poi veicolato (come su richiesta) attraverso un’associazione culturale, quella di Mario Fresa, mio fratello, che mi ha supportato come presentazione formale, al fine di creare qualcosa che non avesse alcuno scopo di lucro”.
Cos’è nel concreto Vetrine d’Arte?
“Vetrine d’Arte è la possibilità di mettere in vetrina le opere d’arte, di artisti più o meno noti di Salerno e provincia, che possono essere pittori scultori o fotografi. In questo caso sono venti, con un’età compresa tra i 27 e 84 anni”.
Com’è avvenuta la selezione dei partecipanti?
“Poiché siamo partiti un po’ in ritardo (a causa della burocrazia un po’ lenta) c’è stato più che altro un passaparola. Sicuramente l’esperienza va migliorata, perché andavano coinvolti ovviamente tutti gli esercizi commerciali, con una pubblicità mirata”.
Quindi quanti sono i negozi che aderiscono, e in che zona della città si trovano?
“I negozi che aderiscono sono “solo” ventinove, non sono pochi dal punto di vista organizzativo, ma non sono nemmeno tantissimi, perché ovviamente mi sarebbe piaciuto coinvolgerli tutti, però alcuni hanno avuto una grande chiusura, che poi è la stessa chiusura che ci auguriamo scompaia a Salerno, che dovrebbe aprirsi invece, a partire proprio dagli esercenti. Si trovano nel centro e alcuni anche nella zona di Pastena: ovviamente nel prossimo step Vetrine D’Arte avrà già una sua identità precisa, e potrò presentarla meglio, supportata da qualcosa che già esiste”.
Questa sperimentazione dunque si ripeterà?
“Si dovrebbe ripetere. Nel prossimo step vorremmo coinvolgere anche le istituzioni scolastiche, creando un’interazione con le scuole, con gli alunni degli istituti d’arte, per cercare di coinvolgerli anche con tematiche sociali, che possono essere bullismo, disturbi dell’alimentazione, femminicidio, cercando quindi di veicolare l’arte verso una propaganda che sia anche di carattere sociale, dove si introduce ovviamente anche il pensiero di Veronica, che è tutto rivolto al sociale, come consigliera comunale”.
C’è un filo comune che lega le opere esposte?
“No, in questo caso era una libera espressione, alcune opere erano anche già in mostra, perché alcuni artisti fanno delle personali, quindi sono già conosciuti nel panorama salernitano, altri invece sono alle prime sperimentazioni pittoriche. Ci sono anche artisti diversamente abili, come Salvatore Cesarano e Anna De Rosa, quindi c’è tutta l’espressione secondo me più valida del panorama salernitano”.
Gli orari dell’esposizione sono strettamente legati a quelli di Notte Bianca?
“Sì, sono quelli ovviamente legati al turismo di quei giorni, nel senso che l’esercente (che partecipa a Notte Bianca) avrà voglia di restare aperto finché vedrà un movimento.
Come hai accennato prima, hai riscontrato una sorta di chiusura per questo tipo di iniziative.
“Sì, c’è una chiusura evidente, anche se con Luci d’Artista c’è già stato un discreto cambiamento. Va però organizzato il tutto culturalmente in maniera più evoluta. Luci d’Artista va benissimo, ma va invogliato anche un certo tipo di turismo dallo spessore culturale più alto. Salerno è una città che nasce sin dagli albori a scopo commerciale, per la sua posizione geofisica, e non deve perdere questa connotazione, garantendo anche una lettura che rispecchi gli standart europei. L’augurio è quindi che la città, al di là delle Luci d’Artista, possa portare cultura e movimento”.