di Erika Noschese
«Il governo intervenga sulla gestione delle risorse del teatro Verdi»: è la richiesta della deputata di Fratelli d’Italia Imma Vietri che ha presentato un’interrogazione parlamentare per fare chiarezza sul teatro di Via Roma. «Il Teatro Verdi è il tempio della cultura salernitana fin dal secondo Ottocento ed oggi ospita, oltre alla stagione lirica, di balletto e di concerti, stagioni teatrali, rassegne, concerti, appuntamenti per i giovani, laboratori, stagioni di ricerca e visite guidate. Il rendiconto della stagione operistica, musicale e concertistica 2023 approvato dalla Giunta comunale riporta cifre disastrose che parlano di una gestione spregiudicata delle risorse economiche che rischia di non valorizzare l’immagine e il prestigio del teatro campano», ha dichiarato la deputata che ha chiesto l’intervento dell Ministro della cultura, al Ministro dell’economia e delle finanze. Di fatti, il rendiconto della stagione operistica, musicale e concertistica 2023 approvato dalla Giunta comunale riporta cifre disastrose che parlano di una gestione spregiudicata delle risorse economiche che rischia di non valorizzare l’immagine e il prestigio del teatro campano. «In particolare, ammontano a 5.115.038,09 euro le spese del Teatro Verdi, a fronte di un incasso da botteghino di soli 349.052.00 mila euro; cifre disastrose che vedono la regione Campania e il Ministero interrogato investire sul futuro del teatro, a fronte di zero stanziamenti nel 2023 dal comune di Salerno – ha scritto la Vietri nella sua interrogazione – Le spese generali ammontano ad oltre 778 mila euro. Tra queste, c’è la pulizia del Massimo Cittadino affidata a Salerno Pulita che è costata 142 mila euro; a Salerno Solidale, per il servizio di accoglienza e botteghino, invece 325 mila. Tre milioni totali per il capitolo “uscite” riguardanti la lirica; di questi, 2 milioni e 500 mila sono destinati solo agli artisti, circa 13 mila euro all’assistenza tecnica e fiscale e quasi 176 mila euro agli oneri previdenziali a carico dell’ente. Per le scene e l’attrezzeria per le opere liriche la spesa è pari a 56.997 euro circa; 148 mila euro per i costumi di scena; poco più di 9 mila euro per gli strumenti e spartiti; circa 68 mila euro per audio, video, luci e quasi 100 mila euro per il trasporto e facchinaggio; spiccano, poi, gli oltre 45 mila euro per l’ideazione e il coordinamento grafico- editoriale e i 40 mila euro per la stampa dei programmi, i manifesti e la pubblicità, mentre nessuna spesa per la gestione del sito web; inspiegabilmente, tra le voci di spesa ci sarebbe anche il Capodanno in Piazza a Salerno, pagato, appunto, con fondi destinati al Teatro Verdi, ma anche eventi come Salerno Jazz e Tempi Moderni, tre manifestazioni che poco o nulla hanno a che vedere con il teatro Verdi». La deputata Vietri, a tal proposito, ricorda che «proprio sui fondi destinati al Teatro Verdi, la regione e il comune hanno rivolto critiche al Governo, omettendo però che la rimodulazione degli stanziamenti statali si era resa necessaria perché i contributi concessi erano stati destinati a tre manifestazioni che avrebbero dovuto essere finanziate dall’amministrazione comunale». Da qui la richiesta al Ministero di sapere «se e quali iniziative di competenza, anche valutando la sussistenza dei presupposti per l’attivazione di iniziative di carattere ispettivo, il Governo intenda assumere alla luce dei profili esposti in premessa relativamente alla gestione delle risorse destinate al Teatro Verdi di Salerno, per la realizzazione della stagione lirico-sinfonica, all’esecuzione degli adempimenti fiscali e previdenziali nonché al fine del supporto alla direzione artistica nell’accesso a sovvenzioni e fondi ministeriali».