di Monica De Santis
Ha incontrato Michail Gorbaciov per la prima volta nel 1968, in occasione di uno dei tanti concerti che ha tenuto in Russia. Bruno Venturini, ambasciatore della canzone napoletana nel mondo, ricorda con grande affetto tutte le volte che ha visto l’uomo della Perestroika e sua moglie alla quale era molto legato.
“Era la mia prima volta in Unione Sovietica” ricorda Bruno Venturini, che in Russia ha fatto oltre 370 concerti in tutta la sua carriera. “In quell’occasione ricordo di avergli regalato il disco ‘Dicitencello vuje” e ne rimasero entusiasti, posso dire che se ne innamorarono. Da quel momento è nata, possiamo dire un’amicizia. Ed alcuni anni dopo fu proprio Michail Gorbaciov a volermi nuovamente in Russia per un concerto. Ricordo che partii da Salerno accompagnato dal compianto Roberto Guariglia, che era emozionatissimo per l’incontro con il presidente. Il concerto fu ripreso anche dalla televisione Russa, fu un successo incredibile. Poi sono passati gli anni, lui era l’uomo che tutti abbiamo conosciuto ed ammirato, io in giro per il mondo con la mia musica. Ci siamo rincontrati quando l’amico Claudio Gubitosi lo invitò come ospite al Giffoni Film Festival e devo dire che fu un incontro molto commovente. Ricordo che quando mi vide, lasciò il corteo per venirmi incontro ed abbracciarmi. – racconta ancora Venturini – La moglie poi mi chiese se potevo cantargli ancora ‘Dicitencello vuje’ dicendomi che non sapeva se l’avesse mai più potuta ascoltare. Non sapevo che me lo stava chiedendo perché sapeva di essere malata. Ovviamente le dissi di sì e le dissi che se voleva l’avrei cantata altre 1000 volte. Poi gli ho scritto quando purtroppo è venuta a mancare sua moglie e lui molto carinamente mi rispose scrivendo che aveva il cuore devastato, un giorno mi capirai. E, purtroppo quel giorno è arrivato, perché quando è venuta a mancare mia moglie, anche io ho avuto il mio cuore devastato. Era un grande uomo di pace, una persona unica, mancherà davvero tanto”.