Sindaco Iarrera: “Vassallo è un faro, il suo sacrificio sia da monito” - Le Cronache Attualità
Attualità

Sindaco Iarrera: “Vassallo è un faro, il suo sacrificio sia da monito”

Sindaco Iarrera: “Vassallo è un faro, il suo sacrificio sia da monito”

di Arturo Calabrese

Rappresenterà l’Italia alla finale del premio di miglior sindaco del mondo. Con lui, tra i quindici primi cittadini finalisti anche l’omologo di Napoli Gaetano Manfredi. Neo cinquantenne, Francesco Iarrera è sindaco di Oliveri, centro marittimo in provincia di Messina. “Come sindaco di una piccola città – si legge nella motivazione – tocca la vita di tutti. È sempre presente per chi ha bisogno”. Un esempio per tanti, dunque, il primo cittadino siciliano. Ambientalista e innamorato della sua terra, c’è chi lo ha paragonato ad Angelo Vassallo ma lui stesso dice non poter reggere il confronto: “Non sono all’altezza di tale confronto, ma spero che il mio operato possa contribuire a tenere viva la fiamma del suo ricordo”.

Tante piccole iniziative tra cui, la più “mediatica”, è la raccolta di rifiuti in sella alla bici: da dove nasce l’idea?

“Non è stata una decisione improvvisa, ma piuttosto la naturale evoluzione di un impegno che sento da sempre per la cura e la valorizzazione del luogo in cui viviamo. Ho sempre creduto che il cambiamento debba partire da ognuno di noi, da gesti concreti e visibili che possano ispirare e coinvolgere la comunità. La bicicletta, in questo senso, non è solo un mezzo di trasporto, ma un simbolo: rappresenta la semplicità, la sostenibilità e un ritorno a valori più autentici. L’obiettivo principale non è solo la pulizia fisica delle strade, ma anche e soprattutto la semina di una consapevolezza collettiva. Volevo dimostrare che non servono grandi mezzi o risorse illimitate per fare la differenza; a volte, basta un piccolo gesto, fatto con costanza e passione, per innescare un circolo virtuoso. È un invito a guardare il nostro ambiente con occhi diversi, a prendersene cura come se fosse la nostra stessa casa, perché in fondo lo è. Ci aggiunga che oggi le persone sono stanche delle nostre parole e ci percepiscono come dei privilegiati. Ecco, ciò che faccio vorrei mi accreditasse come persona credibile agli occhi delle persone”.

A che punto è l’attuazione concreta del progetto per il trattamento dei rifiuti?

“L’attuazione concreta del progetto per il trattamento dei rifiuti a Oliveri è un percorso che stiamo affrontando con determinazione e un approccio multifattoriale. Non si tratta di una singola iniziativa, ma di un insieme di azioni sinergiche volte a migliorare l’intero ciclo di gestione dei rifiuti, dalla raccolta differenziata al riciclo e al riutilizzo. Stiamo lavorando su diversi fronti: innanzitutto, l’ottimizzazione della raccolta differenziata, con l’obiettivo di aumentare le percentuali di recupero e ridurre al minimo la quantità di indifferenziato. Questo include campagne di sensibilizzazione e informazione per i cittadini, per promuovere una maggiore adesione e una corretta separazione dei materiali. Parallelamente, stiamo avviando soluzioni innovative per il trattamento dei rifiuti organici, come il compostaggio di comunità, che non solo riduce i costi di smaltimento, ma trasforma un problema in una risorsa preziosa per l’agricoltura locale. Queste sono iniziative finanziate e prossime a partire. Stiamo anche valutando l’implementazione di tecnologie avanzate per il monitoraggio e la gestione dei flussi di rifiuti. Vorremmo che ogni cittadino pagasse in base alla reale quantità di rifiuti prodotti. In questo senso ci aiuterà la tariffazione puntuale. Inoltre siamo sempre in attesa che sblocchino i fondi europei relativi alla realizzazione di un impianto di biogas, nel nostro comune. È un processo complesso che richiede la collaborazione di tutti gli attori coinvolti: l’amministrazione, i cittadini, le aziende e le associazioni. Siamo consapevoli che ci sono ancora sfide da affrontare, ma siamo fiduciosi che, con un impegno costante e una visione a lungo termine, Oliveri possa diventare un esempio virtuoso anche in questo campo, dimostrando che una gestione sostenibile dei rifiuti è non solo possibile, ma anche economicamente vantaggiosa e ambientalmente responsabile”.

La Sua presenza quotidiana sul territorio rappresenta una forma di protesta civile o un metodo amministrativo alternativo?

“Direi nessuna delle due cose. La vedo piuttosto come un’estensione naturale del mio ruolo e della mia visione di amministrazione. Credo fermamente che un amministratore debba essere in mezzo alla gente, toccare con mano le problematiche, ascoltare le esigenze e, soprattutto, dare il buon esempio. Non è un atto di ribellione contro il sistema, ma un tentativo di dimostrare che l’amministrazione non è un’entità astratta e distante, bensì un servizio concreto e tangibile, che si manifesta anche attraverso gesti semplici e diretti. È un modo per abbattere le barriere tra istituzione e cittadino, per creare un legame di fiducia e collaborazione. Voglio che i cittadini vedano in me non solo un rappresentante, ma un concittadino che si rimbocca le maniche e si impegna in prima persona per il bene comune. È un approccio che mira a stimolare la partecipazione attiva, a far sentire ogni individuo responsabile del proprio ambiente e della propria comunità. Se questo approccio può essere percepito come “alternativo”, è perché forse si discosta da modelli più tradizionali e burocratici. Ma per me, è semplicemente il modo più autentico ed efficace di servire la mia comunità, unendo l’azione pratica alla sensibilizzazione, e dimostrando che la cura del territorio è un impegno che ci riguarda tutti, a partire da chi ha il compito di guidare e ispirare”.

Come giudica la risposta dei cittadini di Oliveri al Suo impegno diretto per l’ambiente e il decoro urbano?

“Estremamente positiva e incoraggiante. Fin dall’inizio, ho percepito un grande senso di partecipazione e un desiderio genuino di contribuire al miglioramento del nostro paese. Molti cittadini si sono avvicinati, esprimendo apprezzamento per l’iniziativa e offrendo il loro aiuto. Ho visto persone che hanno iniziato a raccogliere i rifiuti nel proprio quartiere, a prendersi cura dei giardini pubblici o a segnalare situazioni di degrado. Ci sono persone che escono a passeggiare e raccolgono rifiuti per strada. Questo è esattamente l’effetto a catena che speravo di innescare: trasformare un gesto individuale in un movimento collettivo. Certo, non mancano le eccezioni, e ci sono sempre coloro che rimangono indifferenti o che non comprendono appieno il valore di queste azioni. Ma la mia esperienza mi dice che la maggior parte delle persone è sensibile a questi temi e desidera vivere in un ambiente pulito e curato. La chiave è mostrare loro che è possibile, che il cambiamento è alla portata di tutti e che ogni piccolo contributo conta. Sono convinto che, continuando su questa strada, potremo rafforzare ulteriormente il senso di comunità e la responsabilità civica, rendendo Oliveri un luogo sempre più bello e vivibile, grazie all’impegno congiunto dell’amministrazione e dei suoi cittadini”.

Quali sono le prossime iniziative che intende attuare per rendere Oliveri un modello di sostenibilità e buon governo?

“Le prossime iniziative in realtà le abbiamo appena varate. Si chiama Il gioco che non è un gioco. In pratica ai bambini che raccolgono rifiuti in spiaggia, che scattano una foto e la condividono sui social, regaliamo un ticket che consente loro di accedere al luna park gratuitamente. Questa iniziativa è stata molto apprezzata dalle famiglie e dai bambini, che giornalmente si presentano al comune per mostrare le prove del loro lavoro, scattare una foto con il sindaco e ottenere la ricompensa. Una iniziativa molto semplice, che si rivolge alle future generazioni, ma anche a quelle attuali. Qualche giorno fa mi hanno raccontato che alla vista dei bambini attivi in questa iniziativa è scattato un applauso spontaneo di tutti i bagnanti, ammirati dal loro lavoro. Credo che qualcosa nelle coscienze si stia muovendo”.

Il suo metodo di amministrare è diventato un esempio virtuoso: cosa ne pensa?

“Se il mio metodo di amministrare è percepito come un esempio virtuoso, ne sono profondamente onorato e felice. Ma non vorrei che fosse come un merito personale, ma piuttosto alla validità di un approccio che mette al centro la concretezza, la trasparenza e la vicinanza ai cittadini. La cosa speciale di ciò che faccio, paradossalmente, è che è normale. La politica e l’amministrazione non sono mondi distanti e inaccessibili, ma strumenti al servizio della comunità, capaci di generare un impatto positivo e tangibile sulla vita delle persone. Il mio “metodo” è semplicemente l’applicazione di principi che ritengo fondamentali: l’ascolto attivo delle esigenze del territorio, la volontà di agire in prima persona, la promozione di una cultura della responsabilità condivisa e la ricerca costante di soluzioni innovative e sostenibili. E la speranza ferma che un mondo migliore sia sempre possibile. Non si tratta di formule magiche, ma di un impegno quotidiano, fatto di dedizione, passione e coerenza. Se questo approccio sta diventando un modello, è perché forse risponde a un bisogno diffuso di autenticità e di efficacia nella gestione della cosa pubblica. Spero che possa ispirare altri amministratori a intraprendere percorsi simili, perché solo attraverso un impegno collettivo e una visione condivisa possiamo costruire comunità più resilienti, inclusive e prosperose. La vera virtù, in fondo, è quella di riuscire a innescare un processo di cambiamento che non si esaurisce con il singolo, ma che si diffonde e si radica nel tessuto sociale, generando benefici duraturi per tutti. Vorrei che ciò che faccio resti anche dopo che non sarò più sindaco”.

C’è chi l’ha paragonata ad Angelo Vassallo: un pensiero…

“È un paragone ingiusto per Angelo Vassallo. Lui è stato un faro, un esempio luminoso di come un amministratore possa e debba essere al servizio della propria comunità, con coraggio, integrità e una visione chiara per il futuro. La sua dedizione alla tutela dell’ambiente, la sua lotta contro l’illegalità e il suo impegno instancabile per il bene comune lo rendono una figura ispiratrice per chiunque creda nella politica come strumento di cambiamento positivo. Il suo sacrificio ci ricorda che l’impegno per la legalità e la trasparenza può comportare rischi, ma che la posta in gioco è troppo alta per tirarsi indietro.  E quindi no, non mi sento all’altezza di un tale paragone. La sua storia è un monito e uno stimolo a non abbassare mai la guardia, a continuare a lottare per un territorio più pulito, più giusto e più vivibile. Spero che il mio operato, nel mio piccolo, possa contribuire a mantenere viva la fiamma del suo impegno e a ispirare nuove generazioni di cittadini e amministratori a seguire le sue orme, per costruire un futuro migliore per Oliveri e per l’intera Sicilia”.