di Andrea Pellegrino
Da Salerno a Milano. Sono numerosi i circoli del Partito democratico dedicati ad Angelo Vassallo. Gli stessi che ora il figlio del sindaco pescatore barbaramente ucciso vuole perdano il nome del padre. Una presa di posizione netta dopo le scelte di Renzi in Campania. Ma soprattutto dopo la candidatura di Franco Alfieri. Nelle settimane scorse era stato anche Dario, fratello di Angelo, a lanciare l’appello ai vertici del Partito democratico, fino ad invitarli il 10 febbraio alla marcia a Pollica. Ma nessuna mano tesa è giunta dal Nazareno. Anzi, la candidatura di Alfieri avrebbe certificato la volontà del segretario nazionale di «perdere la famiglia Vassallo» per recuperare voti (con Alfieri) sul territorio cilentano. Eppure il Pd negli ultimi anni ha più volte issato la bandiera di Angelo Vassallo come segno di legalità e come simbolo chiave dello stesso partito. Con parole durissime, Vassallo junior ha chiesto al Pd di cambiare il nome delle sedi di partito intitolate al padre e nonostante ciò dichiara ancora: «Non ho ricevuto nessuna risposta». Il post del figlio del ‘sindaco pescatore’, il cui omicidio non ha ancora colpevoli (voci insistenti parlano di una possibile archiviazione delle indagini), ha raccolto finora centinaia di condivisioni e commenti solidali su Facebook. “Mi fa piacere che tanti condividano il mio pensiero”, dice l’interessato. Alfieri, dalla sua, tira dritto: «Respiro nell’aria un entusiasmo contagioso, il desiderio di un’unica grande comunità che vuole trovare nell’unione la forza e la speranza del cambiamento, perché lo merita la nostra terra, perché lo meritano i nostri giovani!». «Dopo l’inaugurazione di Agropoli – prosegue l’ex sindaco – ho incamerato un altro pieno di energia a Vallo della Lucania. Grazie di cuore a tutti voi, cittadini, amministratori locali, amici di partito, a tutti coloro che hanno visto e vedono in me una persona in grado di poter far valere le ragioni di un territorio, il Cilento, il Vallo di Diano e gli Alburni, senza alcuna sorta di campanilismo. La mia campagna elettorale sarà fatta senza rancori, senza attacchi, non per dividere ma per unire, non per distruggere ma per costruire, con grande senso di responsabilità per la gente e tra la gente. E lo farò in tutti i novantasei comuni del Collegio dove andrò in queste settimane. Sarà una sfida difficile e impegnativa, ma io non sono solo. La vostra presenza di oggi è stata l’ennesima testimonianza. Insieme ce la faremo».