di Marta Naddei
«Non ci hanno mai chiesto nemmeno un euro per Stamina». Giuseppe Procentese, papà del piccolo Giovanni affetto dalla Niemann Pick di tipo C, con in tasca una sentenza positiva del tribunale per accedere alle cure con il metodo Stamina, lo urla forte: «L’accesso di mio figlio alle cure con il metodo Stamina non ha per noi avuto alcun tipo di costo. A tanti medici mi sono rivolto e mi hanno presentato preventivi veramente esorbitanti, ma non Vannoni» – afferma Procentese, il quale d’altra parte non esclude che «possa essere accaduto che, all’inizio della sperimentazione, a qualcuno sia stato chiesto di pagare. Chi ha denunciato il fatto di aver pagato per poter fare le infusioni si riferisce a fatti accaduti tempo addietro. Ma a noi e agli altri, Vannoni non ha mai chiesto nulla». Il piccolo Giovanni, che ha ottenuto il suo sì quasi un anno fa (la sentenza risale al 18 marzo 2013) non ha mai iniziato le infusioni e, con la piega che ha preso la vicenda, rischia concretamente di non poter mai mettere piede agli Spedali Civili di Brescia. «Sto battagliando da un anno – ha proseguito Procentese – e ora ci ritroviamo con una macchina del fango innescata. Mi domando perché non abbiano fatto partire il professore Vannoni per Miami, dove il dottor Ricordi, che nulla ha a che spartire con la metodica Stamina, aveva dato la propria disponibilità ad effettuare i test sulle cellule. Si sono inventati che le staminali non possono uscire dal territorio italiano». Uno studio che, secondo Giuseppe Procentese, avrebbe potuto rappresentare le “prova del nove” per Stamina e per il professore Vannoni. «Se avesse portato il suo protocollo negli Usa e Ricordi l’avesse bocciato, quelli che sono i detrattori di Stamina avrebbero avuto la conferma delle proprie ragioni e noi ci saremmo messi l’anima in pace e ci saremmo prodigati per trovare una via alternativa. Secondo me il ragionamento è molto più semplice: hanno impedito a Vannoni di partire per paura che fosse testimoniata, da un esperto terzo, la bontà di Stamina. Non parlo da genitore disperato né da amico di Vannoni, parlo da persona che sa di cosa si sta discutendo e posso dire in tutta serenità che hanno avuto paura che dagli Stati Uniti, Vannoni tornasse con risultati positivi».