di Nicola Celentano
Continua il viaggio del quotidiano Le Cronache per approfondire il mondo della criminalità, soprattutto dopo due anni di pandemia, con particolare attenzione al reato dell’usura, con dati nettamente in aumento, a livello nazionale e locale. In attesa di percentuali certe che saranno a breve fornite dall’associazione Sos Antiracket e usura, da sempre presente e attiva sul territorio della provincia di Salerno, tappa di questa settimana è Baronissi. Il sindaco evidenzia come la città, al pari dell’intero Paese, non sia immune dai fenomeni criminali, registrando furti nelle abitazioni ed episodi di microcriminalità che mettono in allarme l’amministrazione comunale che, proprio di recente ha partecipato al tavolo per l’ordine e la sicurezza pubblica, in prefettura, per fare il punto della situazione. «Malgrado la sinergia con il Prefetto e le forze dell’ordine, il fenomeno purtroppo permane e la preoccupazione nelle famiglie è desta. Non c’è altra soluzione che rideterminare gli organici di forze dell’ordine, Polizia e Carabinieri che dal punto di vista quantitativo, nella nostra città e non solo, sono assolutamente inadeguate», ha spiegato il sindaco Gianfranco Valiante.
Qual è il dato della criminalità presente oggi sul territorio di Baronissi?
«La nostra città, come in tutto il Paese, non è, purtroppo, immune dai fenomeni criminali. Registriamo a Baronissi e in tutta la Valle dell’Irno essenzialmente furti nelle abitazioni ed episodi di microcriminalità che ci preoccupano. Malgrado la sinergia con il Prefetto e le forze dell’ordine, il fenomeno purtroppo permane e la preoccupazione nelle famiglie è desta. Non c’è altra soluzione che rideterminare gli organici di forze dell’ordine, Polizia e Carabinieri che dal punto di vista quantitativo, nella nostra città e non solo, sono assolutamente inadeguate. Poniamo in essere ogni azione di prevenzione e abbiamo integrato e rafforzato gli impianti di videosorveglianza ma senza dotazione organica di uniformi il problema è destinato a permanere».
Cosa pensa della criminalità giovanile?
«Negli ultimi tempi, registriamo un preoccupante incremento di episodi correlati a forme di inciviltà, atti vandalici, di danneggiamenti al patrimonio pubblico, in gran parte ascrivibili ad adolescenti. È necessario che le problematiche emergenti dal quadro appena tratteggiato siano affrontate con misure sollecite e concrete. Abbiamo costanti rapporti con il mondo scolastico per favorire la cultura e l’educazione della cittadinanza e della legalità. L’obiettivo è far capire a questi giovani che è importante anzitutto rispettare la propria comunità. La famiglia è la maggiore indiziata. Paghiamo purtroppo il disagio sociale di tanti nuclei familiari».
Come questo territorio vuole dare una scossa cercando di dare un cambiamento sostanziale?
«Negli ultimi anni abbiamo potenziato il sistema di videosorveglianza nei luoghi e negli spazi più sensibili e a rischio con telecamere per la lettura delle targhe e multisensor, posizionate nei punti strategici e di accesso alla città. Le telecamere sono a infrarossi, hanno un sistema di lettura-targhe e di alert per accertare veicoli e movimenti di persone sospette. Siamo attenti anche alla manutenzione degli impianti che servono per contrastare la criminalità sul territorio. Certamente non basta ma lavoriamo per accrescere la sicurezza. Una città videosorvegliata è una città più sicura ma sollecitiamo una presenza maggiore di forze dell’ordine perché il territorio è vasto e i numeri di Polizia e carabinieri non sono sufficienti».
Ormai si sta sempre di più diffondendo quello che è una cultura camorristica secondo lei in che modo è possibile dare degli input che mostrino ai ragazzi la giusta via?
«Il ruolo delle istituzioni è prima di tutto di propagazione e contaminazione di valori positivi. E allora è importante ma non sufficiente potenziare controlli e pattugliamenti, perché il miglior rimedio alla delinquenza è la cultura. Per questo motivo creiamo sempre nuovi punti di aggregazione, spazi, aree verdi, biblioteche, che coinvolgano le fasce giovanili.
Le famiglie non possono essere assenti ingiustificate. Se i genitori abdicano al proprio ruolo è finita. I disagi dei più giovani non possono e non vanno ignorati. E richiedono l’impegno di tutti, istituzioni e scuola, famiglie, parrocchie, associazioni e, naturalmente, giovani».