Pina Ferro
Tenta di riparare la valvola di una caldaia a bordo della nave “Rapsody” convinto di operare in sicurezza: viene investito da un getto di vapore bollente. L’operaio meccanico, Alessandro Sannino 48 anni, residente a Torrione dopo essere soccorso e trasportato in una clinica di Tangeri (la motonave si trovava a poca distanza dalle coste del Marocco) dove viene, nel giro di 24 ore, operato e dimesso, giunge a Genova da dove partirà in auto per raggiungere Salerno. Un calvario quello che ha vissuto il 48enne che ha riportato ustioni di terzo grado su parte del corpo e per le quali è stato in terapia intensiva nell’ospedale “Cardarelli” di Napoli. I medici di Tangeri lo avevano dimesso dicendo che il paziente aveva ustioni non preoccupanti. L’uomo ora è a casa e sta, ancora affrontando i postumi di quell’incidente con non pochi dolori. L’incidente si è verificato il 22 marzo scorso a bordo della motonave passeggeri “Rapsody” della Grandi navi veloci. L’operaio meccanico viene investito del compito, impartito dal primo ufficiale di macchina, di andare ad effettuare la manutenzione ad una valvola (di grosse dimensioni), di una delle due caldaie della nave. Dalle caldaie delle navi si genera ogni tipo di energia necessaria alla motonave. La pressione delle stesse è pari a 10 bar, dunque, una pressione molto alta. Per poter effettuare qualsiasi operazione di manutenzione delle caldaie, delle valvole e delle tubazioni è necessario spegnere le stesse e scaricare il vapore che è in circolo. Questo al fine di poter operare in sicurezza. La valvola da sottoporre a manutenzione, già all’apparenza perdeva del vapore. Particolare questo che indusse Alessandro Sannino ad avvicinarsi con grossa cautela alla caldaia e a comunicare al primo ufficiale di non poter effettuare nessuna manutenzione in quanto vi era la fuoriuscita di vapore. Il primo ufficiale rassicurò l’operaio dicendo che sarebbe andato a chiudere anche il circuito che collega le due caldaie in modo da poter operare in sicurezza. Dopo alcuni minuti il primo ufficiale ritorno nel vano caldaie e aiuto Sannino nel tentativo di smontare la valvola. Operazione che non fu possibile nonostante gli sforzi. A questo punto il l’ufficiale si allontanò dicendo che sarebbe andato a chiedere l’intervento di una terza persona viste che in due non erano riusciti. Nel frattempo Sannino continua nel suo intento. In quel momento dalla valvola non fuoriusciva più vapore. All’improvviso la valvola viene via e contemporaneamente parte un forte e veloce getto di vapore bollente che investe per alcuni secondi Alessandro Sannino. Questi impiega circa 3/ 4 secondi ad allontanarsi dal getto del vapore, ma era già troppo tardi. Il 48enne immediatamente si sveste al fine di evitare che gli abiti pieni di vapore bollente potessero peggiorare la situazione. Soccorso dal direttore di macchina e dal comandante viene ricoperto di ghiaccio e trasportato presso una clinica di Tangeri in Marocco dove viene trattenuto per 24 ore. Qui i medici lo sottopongono ad un intervento chirurgico per poi dimetterlo con diagnosi di ustioni di secondo grado. Riportato a bordo della motonave Sannino, invece di essere trasportato in Italia con un elicottero, passa la notte in infermeria, con non pochi difficoltà come ad esempio la chiusura degli accessi venosi, e al mattino, quando la motonave raggiunge il porto di Genova, il comandante della nave noleggia un auto e non un ambulanza, affinché Sannino insieme ad un collega raggiunga Salerno. Un viaggio atroce per l’operaio che era tutto fasciato al fine di mantenere sterili le ferite. Una volta a Salerno il 48enne si rivolge ai medici del Ruggi che non appena lo visitano ne dispongono l’immediato trasferimento presso il centro grandi ustioni del Cardarelli diagnosticando ustioni di terzo grado. Al Cardarelli resta ricoverato circa 30 giorni in terapia intensiva. Sull’incidente sono in corso indagini da parte della Procura di Salerno affidate al sostituto procuratore Federico Nesso. Sannino assistito dagli avvocati Valentina Restaino e Ludovico Mazzon, è tornato a casa e sta continuando le cure. I legali hanno dato incarico al consulente tecnico Maurizio Spada ex direttore di macchina delle Grandi navi veloci, di effettuare una consulenza tecnica. Secondo l’esperto l’incidente potrebbe essere stato determinato da una procedura non rispettata e in assenza dell’accertamento che i condotti fossero privi di vapore.