Gentl.mo Direttore,
Scrivo a Lei, poiché ritengo le sue pagine culturali, sempre così aperte a presentare, plaudire, bacchettare, con grande dovizia tecnica e formale, avvenimenti musicali di qualsivoglia genere, le uniche adatte ad ospitare queste mie poche righe. Ieri mattina, sul quotidiano La Città, a pag. 33, in un articolo a firma di Matilde Pisaturo, ho letto casualmente le dichiarazioni di Antonio Cavaliere, titolare di un negozio di abbigliamento nella galleria di Corso Vittorio Emanuele. Il patron si è permesso di dedicare i sei week-end pseudo musicali, atti ad animare lo shopping natalizio, affidati a dilettanti, qualche strumentista che si è appena affacciato alla carriera, con partecipazione di scat-singers improvvisati evocanti il quaquaraquà e clienti con clacson a tromba, tanto per condire il chiassoso Christmas-show, a mio padre Francesco Florio, definendolo, tra l’altro, noto sassofonista del Dopoguerra. Pare, infatti, che questi improvvisati appuntamenti, definiti addirittura “Rassegna Musicale” (oggi, in questa città ignorante, benpensante e acritica, tutti sono considerati artisti e ogni esibizione è considerato un concerto, che va a finire sui giornali, devo sottolineare senza alcuna cernita, da parte di collaboratori e redattori “tuttologi”) siano partiti in data 21 novembre, anniversario della scomparsa di mio padre avvenuta nel 1993. Si parla nell’articoletto di jazz degli anni ’20, ma dai filmatini in rete quanti avvicinarono seriamente il genere, anche a Salerno, siamo sicuri, abbiano storto il naso e non solo. Mi preme ricordare al rampante commerciante quarantenne, il quale pur ha conosciuto mio padre, che il nome di Francesco Florio, fondatore della prima cattedra di sassofono in Italia, simbolo di una specchiata onestà intellettuale ed estetica, racchiusa e finalizzata alla più assoluta devozione nei confronti della Musica, non va certo onorato tra le stampelle addobbate di un magazzino, tra un po’ di prosecco, qualche carta di credito gonfia, infinita superficialità, happy hours e il moderno “sballo”. Gli omaggi, ad un Uomo che, con straordinario spirito di sacrificio, coraggio e tenacia, ha raggiunto i propri alti obbiettivi, lasciando un’indelebile traccia, è necessario siano promossi dalle istituzioni deputate, in modo confacente e se non avverrà, nulla è perso, poiché il suo nome è impresso nei volumi di storia della musica, italiani e francesi, nel suono di quanti e, purtroppo, sono pochi, conoscono il segreto delle ance della mia famiglia, della Sua Scuola.
M° Antonio Florio