La Fallaci ci presenta una donna che nel dialogare con il figlio cerca una risposta subito, se accettare questo figlio con tutte le sue conseguenze e l’impegno futuro.
Di Giovanni Terranova
La passione per la conoscenza, porta a volte a focalizzare il nostro sguardo su un nome, una frase un disegno o altro, da questi ne scaturisce una ricerca tra biblioteche ed archivi, un viaggio che ci conduce a leggere e consultare fogli ingialliti o sgualciti dal tempo. Questa passione e lo stimolo per gli studi classici, portarono il Petrarca alla scoperta della“ Naturalis Historia” di Plinio il Vecchio, il quale a sua volta per questa sua passione nel 79 d. C., nell’eruzione del Vesuvio perse la vita. In Italia vi sono in commercio migliaia di libri e tanti altri ne vengono pubblicati ogni anno. Entrare in una biblioteca a volte crea stupore; quale tra questi portare sull’arca di Noè; da trarre in salvo ? Istintivamente viene alla mente la Bibbia, ma per par condicio dovrei salvare anche tutti i testi sacri di altri credo religiosi, oppure salvare i classici della letteratura. Dunque, quale libro salvare? Nello girare lo sguardo indietro nel tempo ne trovo tanti, mi chiedo: non è cattiveria sceglierne uno solo? Non so scegliere, e poi tutti siamo un po’ scrittori, poeti o artisti, dunque d’impulso vorrei salvare i miei scritti. Uno di sicuro verrebbe portato da ogni uno di noi nell’arca “ l’ antologia della nostra vita, il nostro DNA”. In lei possiamo rinvenire le risposte ai perché, alle paure, ansie, gioie, dolori e amori; questi li voglio immaginare coinvolti in un parallelo nel monologo che si crea tra la donna sola e l’essere che sta crescendo nel suo grembo di una gravidanza inaspettata nel libro di Oriana Fallaci “Lettera a un bambino mai nato” dove tante emozioni, dubbi e interrogativi vi sono in quella donna in attesa di un bimbo. Per la donna questa scoperta può essere un ostacolo alla sua carriera. La Fallaci ci presenta una donna che nel dialogare con il figlio cerca una risposta subito, se accettare questo figlio con tutte le sue conseguenze e l’impegno futuro. In questo coinvolgimento si instaura un legame tra l’antologia della donna e il DNA che sta crescendo in lei. Nel libro leggiamo ”… Si c’eri. Esistevi. … Mi si è fermato il cuore. …”. Tutto va avanti; infine l’accettazione nella continuità non come dovere ma atto di responsabilità e l’affermarsi dell’essere donna. Il libro che vorrei salvare, credo che sia proprio questo