Le figure dell’Olimpo della tecnica equestre scuole diverse per un sentire comune
Di Giulia Iannone
Questo libro ci porta con la macchina del tempo nelle scuderie di quattro grandi maestri del dressage internazionale che oggi sono entrati nella leggenda. Chi sono questi Maestri? Questi maestri sono persone che stanno dietro le scene, dietro le quinte, durante le gare internazionali. Essi aiutano altri a raggiungere il successo. George Theodorescu, Klaus Balkenhol, Ernest Hoyos e Uwe Schulten Baumer hanno segnato il passo all’interno della disciplina equestre del dressage, quando tutto sembrava fisso e catalogato, secondo schemi e canoni marmorei. Due di loro non ci sono più, George Theodorescu e Uwe Schulten Baumer, ma sopravvivono e vincono ancora sui campi di gara, attraverso i propri allievi i quali portano avanti il metodo, l’idea, la filosofia di vita e di insegnamento. Altri due Maestri sono ancora in essere ed operano attivamente nel proprio settore ancora oggi, a distanza di tempo, anche se, forse, sono paghi, e finalmente le proprie idee, intuizioni ed aspirazioni sono state riconosciute, portate a termine, realizzate. E’ un libro che trovo motivante, di ispirazione e di esempio, perché parla di coraggio, di forza di volontà e desiderio di battersi per le proprie idee, sogni e stile di vita. George, Uwe, Klaus ed Ernest non sono nati grandi maestri, non erano noti, famosi, ricchi e le loro strade non erano così facili e scontate, come può sembrare oggi, che sono affermati e delle figure di spicco nel proprio settore a livello internazionale. Sono nati semplici e normali, con un grande sogno e la voglia di arrivare. Ed eccoli questi “fabulous four” che hanno cambiato il corso della storia del dressage moderno, provenienti da quattro culture diverse, due nati in Germania, uno in Romania ed un altro in Austria, da estrazioni, educazioni differenti, ma con un unico immenso grande sentire comune: il cavallo da dressage. In una società in cui tutto è omologazione, ripetitività, stanca abitudine, routine, brama di vita comoda, questa disciplina dello sport equestre di nicchia, molto tecnica e profonda, quasi al limite tra l’arte e la genialità, giunge a ricordarci che lo sport è fatto di uomini che si rimboccano le maniche e lottano duro contro tutto e tutti, contro coloro che li volevano irreggimentati, contro il sistema che li voleva fuori , e non vediamo i podi, le medaglie, i cerchi olimpici sulla giacca ed i sottosella, che sono venuti in seguito, vediamo le occasioni colte, i giusti incontri, la strada dell’innovazione, il cambiamento. In una epoca in cui si rinuncia alla prima difficoltà e sconfitta, ognuno di questi uomini di cavalli, un giorno ha fatto la giusta mossa che ha cambiato il proprio futuro. Klaus Balkenhol era un poliziotto a cavallo, ed all’età di 31 anni ha deciso di telefonare a Warendorf, al centro equestre federale chiedendo di essere incluso in una training session per cavalieri di livello Grand Prix. Dopo quel test, è stato incluso tra gli 8 top binomi in Germania e due anni dopo è stato riserva alle finali in Germania. Bravura, fortuna, coraggio. E’ passato alla storia con due cavalli della polizia: Rabauke e Goldstern, che non costavano tantissimo! Ernst Hoyos proveniva dal dressage classico della migliore tradizione della scuola spagnola di Vienna in Austria. Dall’Austria in Germania, ha messo il proprio occhio ed il proprio genio a servizio di allievi come Ulla Saltzgeber, Lisa Wilcox e Martina Hannover, che hanno rappresentato il proprio paese, tra cui l’America, niente di meno che alle Olimpiadi. E’ riuscito a mettere la tecnica a servizio del proprio talento, sensibilità e genio, senza esserne schiavo, ma formando e creando binomi partendo dall’equilibrio e l’armonia. Uwe Schulten Baumer è il maestro modesto e semplice, che ha inventato un metodo di allenamento rivelatosi vincente nel tempo, perché rende potente elastico, muscoloso e leggero il cavallo atleta e sicuro il cavaliere. Non è una tecnica, è una filosofia equestre. Costui lavorava come manager nell’industria dell’acciaio e del cemento, e per proprio diletto e passione, insegnava ad un piccolo numero di allievi. Poi si concentrò principalmente sull’ambito equestre, accantonando il lavoro principale, producendo cavalli e cavalieri campioni che vincono ancora oggi dopo tanti anni. La sua allieva, Isabell Werth è l’esempio fulgente e vivente di questa filosofia equestre. E’ considerata la regina del dressage. Infine, dulcis in fundo, George Theodorescu, rumeno, rifugiato politico in Germania. Ha trovato in un nuovo paese, la rinascita morale e personale, ed una grande moglie di nome Inge, mirabile amazzone e donna di cavalli che ha portato avanti con lui il progetto equestre. George è diventato il Guru del dressage internazionale e la sua scuderia Gestut Lindenhof è stata paragonata alla Mecca del dressage, un luogo quasi sacro, in cui tutti i binomi, provenienti da ogni parte del mondo, si recavano per trovare una luce o l’ispirazione. Tutta una famiglia dedita al dressage, supportati dall’amore per l’essere cavallo, arricchito dalla grande cultura del capofamiglia che parlava ben 5 lingue, amava la musica, il balletto e le arti in genere. Ecco salverei questo libro, perché in esso c’è tutto quello che bisogna proteggere dell’essere umano, ancor più sublimato ed esaltato dal doversi commisurare, facendosi piccoli, accanto al magico cavallo.