Olga Chieffi
Sarà il simbolo iridescente e autopresentazionale dell’arte, parola, gesto, danza musica, teatro a rendere “pieno” l’otto marzo salernitano, la Festa della Donna. L’ordine dei Giornalisti della Campania, su invito di Concita De Luca vice presidente della Commissione Pari Opportunità dell’Odg, ha fatto sua la promozione dello spettacolo di teatro civile che andrà in scena giovedì 8 marzo, alle ore 21, al Teatro Augusteo di Salerno in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Salerno ed il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana. Ieri mattina, nel Salone del Gonfalone l’affollata e gioiosa presentazione alla città dell’evento che raccoglierà fondi a sostegno dello Sportello di Ascolto – Centro Antiviolenza di Genere “Artemisia”, ubicato al Pronto Soccorso del plesso Ruggi dell’Azienda Ospedaliera Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona di Salerno. Era il 5 novembre e la Cantabria sbarcò a Salerno 26 salme di giovani donne nigeriane, uno schiaffo in pieno viso per ognuno di noi. “Salerno è città che accoglie – ha affermato il Sindaco Vincenzo Napoli – città di mare e di sbarco. La tragedia di quel giorno ci si ribaltò addosso fisicamente”. Una giornata di lutto cittadino, in quel novembre, la cerimonia religiosa ove fede musulmana e cattolica si ritrovarono nella celebrazione, alcuna dichiarazione politica ma solo fiori bianchi. Da allora l’impegno di ricordare per non cadere nella deprivazione patica, insensibilità alla differenza, che ha il suo fondamento nell’illusione della ricerca di un senso della vita nelle cose idifferenti e non piuttosto nell’evento del sentire, nell’emozione vissuta. La nostra società, in- fatti, sta lentamente cedendo all’indifferenza del sentire, all’insensibilità emozionale, e nel non inorridire dinanzi al vuoto dell’assenza di sé. Salvifico è il simbolo dell’arte tutta. L’8 marzo, infatti le “penne” salernitane hanno continuato a “pathire” ripensando quella giornata provando a dare “voce”, a quelle 26 ragazze facendole “rvivere” nella parola piena della poesia. Sono nati così ventisei brevi monologhi firmati da Massimiliano Amato, Francesca Blasi, Gabriele Bojano, Claudia Bo- nasi, Barbara Cangiano, Petronilla Carillo, Piera Carlomagno, Olga Chieffi, Antonella D’Annibale, Concita De Luca, Clemy De Maio, Monica Di Mauro, Carla Errico, Peppe Iannicelli, Giovanbattista Lanzilli, Franco Matteo, Ivano Montano, Felice Naddeo, Carlo Pecoraro, Erminia Pellecchia, Enzo Ragone, Mariano Ragusa, Paolo Romano, Eduardo Scotti, Andrea Siano, Angela Trocini, Monica Trotta, Ketty Volpe, menti che erano su quel molo ad aspettare toccando con mano la tragedia, altre che la hanno rielaborata lontani dal luogo fisico ma in un luogo ideale, forse ancor più dura- mente. I testi sono stati affidati a 26 giornaliste del territorio Barbara Albero, Alessia Bielli, Simona Cataldo, Rosa Coppola, Federica D’Ambro, Silvia De Cesare, Francesca De Simone, Alessandra De Vita, Giovanna Di Giorgio, Pina Ferro, Rossella Fusco, Lucia Gallotta, Rosanna Gentile, Ersilia Gillio, Carmen Incisivo, Barbara Landi, Alessandra Lombardi, Matilde Pisa- turo, Carla Polverino, Romina Rosolia, Giorgia Sabatini, Francesca Salemme, Carolina Sorrentino, Rosita Sosto Archimio, Eleonora Tede- sco, Lucia Trotta, Cinzia Ugatti nei panni della Madre, chiamate, sotto la scuola e la direzione di Carla Avarista, a calarsi, attraverso l’interpretazione, nelle storie e nelle riflessioni prodotte dai colleghi. Filo conduttore dello spettacolo, tra una lettura e l’altra, è il monologo di una madre che racconta il “viaggio” della figlia dal suo particolare punto di vista, mentre il testamento ideale dell’opera è affidato, sul finale, alla “voce della giustizia”, gentilmente prestata sul palco dal dott. Matteo Casale, già Presidente della Corte di Appello di Salerno. Lodi per tutti i giornalisti che hanno deciso di mettersi in gioco, da parte di Ottavio Lucarelli presidente dell’Ordine, che vede non improbabile una trasferta dello spettacolo a Roma e del Presi- dente dell’AGS Enzo Todaro, il quale ha affermato di essere fiero dei suoi eredi che posseggono un cuore e si sono impegnati in una non facile opera in punta di piedi senza inutile retorica. Un ringraziamento anche da parte di Cosimo Maiorino, direttore sanitario del Ruggi D’Aragona che ha ricordato il coraggio e il sacrificio estremo di Ilaria Alpi, unita- mente al ruolo importantissimo che ogni giornalista ha quello di raccontare i fatti, tutti e di formare il lettore attraverso l’uso del linguaggio. Un ruolo aggiungiamo che troppo spesso viene dimenticato. Il simbolo dell’arte non sarebbe completo senza la danza affidata ad Antonella Iannone che ha coreografato dodici danzatori sulla metrica dei testi e alla musica con le partiture originali composte dal chitarrista Max Maffia che le eseguirà dal vivo con il suo gruppo The Empty Daybox, unitamente al violinista Danilo Gloriante e special guest la “voce d’Africa” Lamin Ceesay, sbarcato qui a Salerno e perfettamente integrato nella nostra comunità. L’accesso è a inviti e su prenotazione, scrivendo una mail all’indirizzo26comeinmareco- siinterra@gmail.com.