Tutti per Carmine Mottola - Le Cronache
Cronaca

Tutti per Carmine Mottola

Tutti per Carmine Mottola

di Olga Chieffi
Il Maestro è generoso, offre aiuto, suggerimenti, ispirazione dentro e fuori l’aula, segnala svolte e insegna prospettive, indica una via e la illumina, col proprio esempio, col proprio “fare”, col proprio porsi sempre in gioco, instilla il dubbio che è la via per uscire dalla “selva”, un passaggio sicuro fatto di pochi principi chiari, su cui procedere, lavorare indefessamente con severità, nella costruzione del sapere, senza mai aggobbire sotto sistemi pre-confezionati, verso sempre nuovi traguardi, conquistati in prima persona. Ecco Carmine Mottola nelle parole dei loro allievi, oggi musicisti e docenti, Salvatore Giannella, Paolo Francese, e Silvana Noschese
“Carmine Mottola è stato, insieme alla prof. di lettere (Malia Talarico) una figura di riferimento fondamentale per la mia formazione – dice Salvatore Giannella – Il suo approccio speculativo sempre lucido, trasversale, mai scontato è stato per me un esempio che porto dentro ancora oggi. Detto questo però non abbiamo certo avuto un rapporto idilliaco nei primi tempi… Durante il primo anno di filosofia, la mia, fu la prima interrogazione della classe. Certo di poter contare sulla mia solita abitudine di studiare sempre tutto all’ultimo momento e di riuscire in maniera piuttosto brillante senza troppi sforzi risposi disinvoltamente alle sue domande.Dopo avermi fatto parlare e, fingendo di annuire alle mie argomentazioni, chiese alla malcapitata compagna (interrogata con me) che non aveva ancora aperto bocca: “Salzano tu sei d’accordo con quello che ha detto Giannella?” In realtà era sembrato che io avessi argomentato correttamente quindi la risposta di lei fu affermativa… “non avete capito nulla di Socrate” ci disse “potete andare a posto”. Il risultato fu un bel 4 in pagella al primo quadrimestre (il primo della mia vita). Capii da quel momento che le categorie, fino ad allora per me certe, sarebbero state messe drasticamente in discussione e così fu. Successivamente, dopo il liceo, negli anni in cui iniziavo a dedicarmi più seriamente alla musica scoprimmo di avere questa passione da condividere… fu una preziosa risorsa per me anche in questo caso. Lo ricordo con grande affetto”.
“Quando vanno via persone come Lui – continua Paolo Francese – il rimorso, la disperazione e il senso di abbandono sono senza fine; l’ho incontrato che avevo 16 anni, lui professore di storia e filosofia al liceo “Da Vinci”, io ragazzetto imberbe, tra gli altri compagni di scuola, con tanta voglia farla franca e studiar poco…avevo altro da fare!
E invece quell’uomo cominciò a fare da calamita, inesorabilmente, verso un modo di pensare, di sentire e vedere il mondo, del tutto inconsueto per un “professore di liceo”. Carmine era un Uomo, con tanti difetti e tante qualità, un po’ come tutti, ma completamente diverso da tutti!
Generazioni e generazioni di adolescenti sono passate “per le sue mani” e chi ha saputo cogliere almeno una piccola parte dell’immenso e profondo amore per la cultura, l’arte, la musica, che lui sapeva trasmettere senza mai rinunciare a vivere può dire di aver imparato da lui una delle “lezioni” più importanti. E ora ci lascia soli…dopotutto era tanto che non ci vedevamo…il rimorso; ma serberò per sempre, in fondo al mio cuore, il ricordo di quel lampo di eternità che solo la tua anima illuminata ci ha saputo tramettere”. “In lui ho sempre – dichiara Silvana Noschese – riconosciuto una guida naturale: aveva un modo tutto personale per comunicare il suo entusiasmo per la bellezza dell’arte, ed in particolare della musica. All’inizio della nostra conoscenza (io studentessa e lui docente) la sua sconfinata sapienza , le sue ricercate idee e i lungimiranti progetti quasi mi intimorivano … ricordo di quando promosse la partecipazione alla manifestazione dei concerti del luglio di Capodimonte che segnarono l’iniziazione all’ascolto ed al piacere dell’ascolto della musica contemporanea, di molti giovani. Era un naturale evocatore di interesse, per la storia, per la filosofia , ma soprattutto per la musica, quella musica “di nicchia”(?)che avrebbe aperto e lasciato crescere in me quel germe della curiosità prima e dell’interesse , la passione e la scelta poi, verso la musica vocale e corale. Catapultata a fare l’addetto stampa nel primo festival di musica antica con Carmine ho anche imparato a fare le anticamere al Comune, alla Provincia, per richiedere attenzione e non solo verso quella manifestazione che avrebbe portato Salerno a essere una città rappresentativa di uno dei più importanti festival di Musica Antica italiani…Grazie ai diversi gruppi ospitati abbiamo avuto la possibilità di ascoltare dal vivo repertori che niente avrebbero da invidiare alle possibilità aperte oggi da you tube! Nel procedere della mia formazione culturale Carmine ha rappresentato un costante punto di riferimento… la sua approvazione e il suo indirizzo per me erano fondamentali; quanto amavo anche i suoi a volte dissacranti punti di vista. Un incredibile problem solving man sul piano culturale: quando ero in difficoltà mi incoraggiava ad andare oltre, a leggere, a studiare, cosa che facevo con avidità crescente, quasi a sottolineare il fatto che avesse, a fronte di una mia domanda di aiuto, soddisfatto con asciutta semplicità il bisogno di conoscenza, guidandomi a individuare in autonomia la strada. E dunque, insieme, viaggi per andare ad ascoltare, riunioni su riunioni tese a costruire opportunità sempre nuove di divulgazione culturale , serate per progettare e , poi, trascorso il tempo, inviti per venirmi ad ascoltare. L’ultima immagine che ho di lui è proprio all’ultimo concerto di Natale al quale è riuscito a partecipare: una gioia vederlo lì presente!
Don Lorenzo Milani ebbe a definire Maestro colui che non rimane mai da solo quando si occupa di cultura: penso a Carmine e penso che lui abbia incarnato perfettamente questa Idea.