“Tutti contro la riforma Cartabia” sembra essere il mantra dei grillini salernitani in merito alla riforma della giustizia approvata dal Consiglio dei Ministri. Questa ultima votazione, che ha visto l’approvazione dei ministri M5S (Di Maio, Patuanelli, Dadone, d’Inca, Cingolani) ha fatto nascere in seno al Movimento 5 Stelle non pochi distinguo, e non tutte limitate alla riforma della giustizia, molti invece si sono anche spinti in una critica più generale al Governo Draghi. Sono sempre più forti le voci interne al movimento 5 stelle che vorrebbero staccare la spina all’esecutivo di Supermario. Va ricordato che un folto gruppo di deputati e senatori non ha votato dal principio questo esecutivo e nel frattempo hanno costituito un gruppo parlamentare alternativo che in Parlamento compone la minuta ma agguerrita opposizione al Governo Draghi. Il Gruppo prende il nome dell’”Alternativa C’è” e di questo gruppo fa parte anche la salernitana Luisa Angrisani. Ma non hanno preso posizione solo i contestatori della prima ora, uno su tutti, la senatrice Silvana Giannuzzi scrive parole chiarissime in riguardo: “Può una forza politica votata dal 33% della Nazione, in prevalenza da quel Paese senza voce ormai rassegnato a soccombere e che era tornato eccezionalmente a sperare, agire e parlare così? Può la maggiore forza politica parlamentare che porta pesantemente sulle proprie spalle “le attese della povera gente” continuare a fare politica come se questa consistesse esclusivamente nel presidio dei tavoli, senza nulla dovere al reale potere esterno che ne ha creato la forza e indicato il mandato? Si può, senza nemmeno una sottolineatura -Dio non voglia che siano turbate le orecchie delle delicate genti che occupano le istituzioni!- accettare di essere quotidianamente ridotti da protagonisti di rinnovamento a utili idioti di un’operazione di restaurazione e distruzione? Ma veramente c’è qualcuno che scrivendo le parole qui sotto non ne avverta tutta l’insipienza, e disperante idiozia politica? Ci eravamo impegnati al linguaggio della verità per un popolo che sapevamo da troppo tempo oltraggiato da manipolazione e menzogne. Quando è stato che abbiamo dimenticato che c’è un’intelligenza in chi ci guarda? Non mi interessa sapere se vi sono ambizioni o pura deficienza intellettuale all’origine dell’attuale sfacelo, ma quello che non posso perdonare è il tradimento delle attese della povera gente. C’è un Paese là fuori, di cui abbiamo chiesto la fiducia, che è già tornato nel suo angolo buio, sconfitto, rassegnato, a pronunciare le più amare parole del mondo: “tanto sono tutti uguali”, “tanto non cambia mai niente”. Di questo, e non altro, siamo veramente responsabili. E, insieme a voi oggi, sono costretta a vergognarmene.” Anche il deputato salernitano Angelo Tofalo esprime le sue perplessità in merito al Governo Draghi e invoca una votazione della base sulla permanenza nel Governo. “In 24 ore hanno annacquato il decreto dignità voluto nel 2018 dal Movimento Cinque Stelle per contrastare la precarietà sul lavoro, così come hanno smantellato la riforma sulla giustizia. Su quest’ultima cosa pur non condividendo spesso una linea eccessivamente “giustizialista”, da parte di alcuni miei colleghi, a danno forse dell’osservanza rigida delle garanzie processuali mi chiedo comunque come sia stato possibile arrivare a tutto ciò. Il nostro ingresso all’interno di questo esecutivo doveva servire per mettere in sicurezza il Paese ma anche e soprattutto per preservare gli importanti provvedimenti normativi attuati nei due governi precedenti. Ad oggi alcuni dei più importanti atti sono stati letteralmente sfasciati. Ritengo, alla luce di ciò, che vada dato atto a chi sosteneva allora e sostiene tutt’oggi che molto probabilmente non avremmo toccato palla, e che continueremo a toccarla sempre meno. Non serve rimanere sulle proprie posizioni se queste vengono smentite dai fatti e dopo aver sostenuto il Paese con il presupposto di affrontare una fase delicata uniti, credo che essendo il peggio ormai passato, sia arrivato per il MoVimento anche il momento di una seria riflessione interna sulla permanenza in questo governo dando come sempre voce ai nostri iscritti.” Ma non solo nei palazzi del potere si avvertono forti fibrillazioni. Anche gli attivisti si fanno sentire Andrea Iuliano, attivista Storico scrive sul suo blog: “Controlleremo dall’interno; e niente, hanno votato a favore della cancellazione della prescrizione.” Non risparmia anche accuse a Conte, reo di aver appoggiato l’esecutivo Draghi nella votazione sul portale Rousseau “Ma il commento più clamoroso l’ho ascoltato da un tizio che ha detto “Fossi iscritto voterei Si Draghi””. Anche Emiddio Esposito, altro attivista che da anni si prodiga nell’educazione ambientale, esprime note di forte delusione “Con gli ultimi provvedimenti è stato barattato un altro pezzo importante del governo targato PD-5 Stelle. Crolla un tassello delle Costruzione, ad opera soprattutto del Movimento 5 stelle, che iniziava una stagione di riforme per una società più giusta e con una giustizia un poco meno “forte con i deboli e debole con i forti”. Il compromesso a ribasso, il doppio salto, il capovolgimento delle piramidi che si stavano rovesciando, la scatoletta di tonno aperta si trasforma in una scatola di mais dolce per addolcire la “democristianizzazione” di una forza politica che stava davvero armonizzando la politica ed oggi viene “politicizzata dal sistema”. La prescrizione così come stabilità da Decreto Buonafede non andava toccata. Oggi il Movimento si mescola con il garantismo modello Berlusconi.” Davide Gatto
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