Turismo decentrato: occasione per il Cilento - Le Cronache Provincia
Provincia Roscigno

Turismo decentrato: occasione per il Cilento

Turismo decentrato: occasione  per il Cilento

di Giuseppe Sanfilippo

Il turismo decentrato rappresenta oggi una concreta opportunità di rilancio per il Cilento. Nei borghi dell’entroterra, come Bellosguardo e Roscigno, sta emergendo un modello di accoglienza sostenibile e autentico, capace di valorizzare il territorio attraverso esperienze coinvolgenti e legate alla tradizione. Lontano dalle mete turistiche più affollate i piccoli comuni dell’entroterra della suggestiva Valle del Calore, stanno diventando veri e propri laboratori di un nuovo modello di ospitalità, in cui il viaggiatore non è più semplice spettatore, ma protagonista di un’esperienza autentica e profondamente legata al territorio. Bellosguardo e Roscigno sono luoghi che tra cultura e sapori locali, in questo ultimo periodo, sono divenuti luoghi di un Turismo che è andato alla scoperta di aree interne del Cilento ricche di storia e cultura. Dalle festività pasquali fino ai primi di maggio, un crescente flusso di visitatori provenienti dalla Germania e dall’Austria ha animato questi borghi, segnando un ulteriore passo avanti per il turismo decentrato. Attirati dalla tranquillità dei paesaggi collinari e dall’autenticità delle tradizioni locali, hanno scelto di vivere un’esperienza lontana dai soliti circuiti affollati, immergendosi nella vita quotidiana dei borghi cilentani. Il tour ha avuto inizio a Bellosguardo, dove uno dei punti di maggiore interesse è stato il Museo della Civiltà Contadina di Bellosguardo. Allestito con passione, cura e dedizione da Edilio Croce, profondo conoscitore della memoria rurale locale, il museo rappresenta un vero scrigno di memoria storica e antropologica, custodendo utensili, oggetti e testimonianze della vita rurale di un tempo. I visitatori hanno mostrato particolare apprezzamento per la ricchezza dell’esposizione, ma anche per l’autenticità del racconto offerto, curato personalmente in ogni dettaglio del percorso museale. “Questo museo non è solo una raccolta di oggetti, ma un omaggio alla nostra gente e al loro modo di vivere – racconta Croce – ogni attrezzo, ogni foto, ogni mobile racconta storie di lavoro, fatica, ingegno e dignità. Vedere turisti, emozionarsi di fronte a questi simboli della nostra identità è per me la ricompensa più grande”. A seguire, gli ospiti hanno potuto apprezzare l’ospitalità delle aziende agrituristiche locali, da sempre rinomate per la qualità delle materie prime e la fedeltà alle ricette della tradizione cilentana. I pranzi, ricchi e genuini, hanno offerto un percorso del gusto attraverso i sapori autentici del territorio: dai classici fusilli al sugo cilentano alla carne alla brace, passando per le verdure di stagione e i dolci tipici della zona. A impreziosire questa straordinaria esperienza culinaria, il Viccio Cilentano, riscoperto e reinterpretato in molteplici varianti dallo Chef Geppino Croce, ha conquistato il palato dei visitatori, offrendo una perfetta sintesi tra innovazione e tradizione. Non meno apprezzati sono stati i piatti realizzati con il Cavolfiore IGP della Piana del Sele, eccellenza orticola del territorio salernitano, che ha saputo esaltare i menù con il suo sapore delicato e inconfondibile. Il connubio tra ospitalità, cultura contadina e alta qualità gastronomica ha così completato un’esperienza a 360 gradi capace di coniugare natura, tradizione e sapori in un contesto unico e autentico. L’arrivo dei turisti stranieri, proprio in occasione delle festività pasquali e fino al 4 maggio, ha rappresentato un segnale incoraggiante per la promozione del territorio e dimostra come l’entroterra cilentano sia sempre più attrattivo per un turismo internazionale in cerca di autenticità. Bellosguardo, con le sue vedute mozzafiato sul Parco Nazionale del Cilento, e Roscigno, con il suo borgo antico abbandonato, dal 1998 Patrimonio dell’Umanità per l’UNESCO, offrono non solo bellezze paesaggistiche, ma anche un racconto di resilienza e identità che attira un pubblico desideroso di esperienze genuine. Nei borghi della Valle del Calore, è possibile partecipare a laboratori di cucina tradizionale, percorrere sentieri naturalistici, riscoprire antichi mestieri o assistere a eventi culturali che coinvolgono l’intero tessuto sociale. Le strutture ricettive, offrono accoglienza genuina e rappresentano un importante presidio economico per territori che rischiavano lo spopolamento. Numeri in costante crescita che dimostrano una domanda sempre più interessata a scoprire queste zone della provincia che custodisce una memoria collettiva spesso dimenticata. Il successo di questa tipologia di turismo nel Cilento e nella Valle del Calore non è solo una buona notizia per l’economia locale, ma rappresenta anche una sfida culturale: restituire valore alla periferia, riscoprire la bellezza di questi posti e costruire un futuro in cui sviluppo e identità possano camminare insieme.