I miei primi ricordi di Salvatore Festa risalgono agli anni ’80. Lui, giovane studente universitario, si faceva prestare l’auto dai miei genitori per andare a seguire i corsi. E loro me lo additavano come esempio. “E’ un ragazzo da ammirare, fa il panettiere di notte per pagarsi gli studi”. Come a dire guarda e impara. Eccellente pallavolista, di lui mio padre Antonio Senatore diceva sempre “è nato alzatore”, grazie alla tenacia e ai sacrifici si era laureato in Giurisprudenza ed era diventato uno dei migliori avvocati civilisti di Salerno. L’Indomita, per lui come per tanti altri, era stata una palestra di vita, una splendida esperienza sportiva e al tempo stesso una grande famiglia. In uno degli ultimi eventi, il Premio Matteo Senatore, era al centro della scena insieme ad amici e compagni di un tempo: Mario Alfano, Mimmo Conte, Gennaro Serretiello, Tonino Villani e i fratelli Enzo e Gigino Senatore. L’ultima volta che l’ho visto, eravamo a via Velia e lui era in compagnia della moglie, avevamo parlato proprio dell’Indomita e del libro a cui sto lavorando. “Con tuo nonno non eravamo sempre in sintonia anche se alla fine l’ho rivalutato, per me però il rapporto fraterno è sempre stato con tuo papà Antonio”. Era un galantuomo, Salvatore. O, per utilizzare uno quei soprannomi che solo Salerno sa concepire, Glie’ Glie’. Così, da sempre, lo chiamavano affettuosamente le persone che gli volevano bene. Se avevi un problema, soprattutto legato al suo ambito professionale, potevi stare sicuro di trovarlo al tuo fianco. Persona di grande spirito, con quel sorriso furbo di chi la vita l’ha capita fin da ragazzo, quando parlava della sua amata pallavolo vagava con la mente e i ricordi. Per l’Indomita e i Senatore era uno di famiglia. Per colleghi avvocati, ex compagni di squadra ed amici un punto di riferimento costante. Uno dei pochi self made man salernitani. Ci lascia senza la possibilità di condividere con lui un’ultima chiacchierata, un ultimo saluto sul Corso oppure nel tragitto che a Lungomare compiva con la bicicletta o per fare jogging. Un’ultima parola scherzosa con gli amici di sempre. I funerali stamattina, 14 dicembre, alle ore 10 presso la chiesa di San Pietro. Dove tutti ci stringeremo intorno alla sua famiglia. Buon viaggio Salvatore, libero come quel pallone che solo tu sapevi alzare al cielo.
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