Torrente Fusandola, tre deviazioni e nessun ok. «Rischioso, si deve fermare tutto» - Le Cronache
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Torrente Fusandola, tre deviazioni e nessun ok. «Rischioso, si deve fermare tutto»

Torrente Fusandola, tre deviazioni e nessun ok. «Rischioso, si deve fermare tutto»

di Andrea Pellegrino

Tre versioni di deviazione del torrente Fusandola e nessuna delle tre autorizzate completamente. Emergono ulteriori dettagli dalla nuova inchiesta che conta dodici indagati per la deviazione del Fusandola per la realizzazione del progetto di riqualificazione di Santa Teresa. Agli atti c’è una relazione di un Ctu della Procura della Repubblica che ha analizzato nel dettaglio tutti gli aspetti tecnici alla base, poi, delle accuse mosse dal pm Rinaldi. Emerge uno «stato confusionale» degli uffici comunali che hanno inviato ben tre diverse versioni del progetto definitivo, nessuna delle quali all’epoca dei fatti approvata. Al Genio Civile, infatti, arrivano tre versioni: la prima è del giugno 2008; la seconda dell’agosto dello stesso anno e la terza dell’ottobre, sempre del 2008. Tutte disegnano il nuovo tracciato del torrente Fusandola la cui deviazione definitiva, così come emerge dall’inchiesta, oltre a non rispettare norme ambientali, potrebbe provocare rischi. Tra l’altro è lo stesso torrente che nell’ottobre 1954 fu triste protagonista di una alluvione che generò morte e distruzione. «Si blocchi tutto», l’appello del comitato No Crescent e di Italia Nostra che da giorni studiano le carte della nuova inchiesta che tocca l’area di Santa Teresa. Un appello che arriva fino dal governo con la richiesta di intervento del Ministero dell’Ambiente. Intanto l’8 maggio si torna in aula con la nuova udienza del processo sulla variante ai lavori di Piazza della Libertà. Procedimento che vede tra gli imputati l’ex sindaco ed attuale governatore della Campania Vincenzo De Luca. Ma c’è anche un ulteriore contenzioso al Tar Salerno, dove s’attende la sentenza sul ricorso – presentato sempre da Italia Nostra e No Crescent – sul nuovo Pua di Santa Teresa, ossia quello che ha acquisito il nuovo parere della Soprintendenza (firmato all’epoca da Gennaro Miccio) che portò al taglio degli edifici pubblici (Torri, tra cui la nuova sede dell’autorità portuale e all’edificio trapezio), oltre all’abbassamento di qualche centimetro dell’altezza della mezza luna di Bofill.