Torna “Quelli che la danza” - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Danza

Torna “Quelli che la danza”

Torna “Quelli che la danza”

di Monica De Santis

Torna l’edizione 2022 di “Quelli che la danza” al Teatro Pasolini di Salerno organizzato dal Teatro Pubblico Campano. Sei gli spettacoli in cartellone si parte lunedì 14 marzo con Cornelia in Sleeping Beauty-Work Bitch! con le coreografie di Nyko Piscopo. La Bella Addormentata è la fiaba da cui parte l’analisi emotiva di cinque personalità contemporanee: adolescenti, gender free, collocabili nell’era della Generazione Z. Queste figure classicheggianti dialogano con un’entità digitale che stabilisce regole tecniche e morali. La forte presenza tecnologica e la sensazione innata di appartenenza ad una gioventù inutile come quella descritta dai media e dalle generazioni precedenti, è una condizione che genera esaurimento emotivo, depersonalizzazione e un atteggiamento spesso improntato al cinismo. Sleeping Beauty – Work Bitch! è un manifesto politico contro la critica sterile alle nuove generazioni. Secondo appuntamento mercoledì 16 marzo nell’ambito di Anticorpi eXpLo tracce di giovane danza d’autore, la C&C Company in How To Just Another Boléro con le coreografie Emanuele Rosa e Maria Focaraccio. Adattarsi, imparare a adeguarsi, convivere con reimparare sono solo alcune delle parole che caratterizzano la condizione di ogni essere vivente; condizione talmente tanto intrinseca che quasi sembra passare inosservato il fatto di esserne semplicemente il risultato. Tuttavia, cambiamenti drastici, “osservabili”, come l’attuale situazione sanitaria globale, ci ricordano la nostra fragilità e quanto sia necessario, per la mera sopravvivenza, l’adattamento. Cosa succede però quando si “perde” qualcosa di già appreso o semplicemente non ci si ricorda come si fa? Che sensazione provoca compiere azioni e gesti conosciuti dopo un tempo prolungato in cui si è stati privati della semplice possibilità di eseguire quelle determinate azioni o gesti? A seguire Sosta Palmizi in Wabi Sabi con coreografie Sofia Nappi. “Wabi-Sabi”, dal giapponese, offre una visione del mondo incentrata sull’accettazione della transitorietà delle cose e sulla ricerca della bellezza nell’ imperfetto, effimero e incompleto delle nostre vite. Wabi-Sabi esplora il nostro viaggio di vita come individui, perlopiù in costante insoddisfazione e in diversi stadi di tormento, e propone una riflessione sulla nostra esistenza. L’accettazione dell’essenza della nostra natura e della bellezza che si può trovare nell’imperfezione, porta crescita, rinnovamento e gioia. Terzo appuntamento giovedì 17 marzo Korper in Diatriva con coreografie Rebecca Furfaro, Il progetto nasce dalla suggestione di trasformare “Diatriba d’amore contro un uomo seduto” – unico testo teatrale scritto da Gabriel Garcìa Marquez – in un monologo di e per “corpo recitante e parola”. È la storia di un amore che si è sgretolato nel tempo, raccontato dalla voce e dal corpo di Graciela che interagisce con la figura di lui: è una persona distante e immobile o un fantasma? È il corpo di lei a condurci indietro nel tempo, in una narrazione a sbalzi che passa dalla felicità degli inizi all’infelicità del presente, amplificata da un corpo che indossa con dolore i segni del tempo, in un gioco di rimandi e suggestioni, con cui fare i conti o, ancor più, i bilanci. Il palcoscenico diventa una giostra, in cui Graciela è mossa da stati d’animo che disegnano fasci di luce in cui entra a seconda del ricordo o dell’urgenza narrativa. L’azione scenica è un ripercorrere il suo matrimonio attraversando ogni tentativo di lei di comunicare con il Marito nella speranza di avere una minima attenzione o reazione. Si prosegue poi venerdì 18 marzo con Artemis Danza in Pasolinianemente con le coreografie Monica Casadei. Penultimo appuntamento sabato 19 marzo con Sosta Palmizi in Bisbigliata Creatura con le coreografie Mariella Celia in collaborazione con Cinzia Sità. Si chiude domenica 20 marzo con Borderline Danza in Skin con le coreografie Claudio Malangone e a seguire Theread con le coreografie Susan Kempster