Torna l’atteso appuntamento con la Domenica al Museo nel Salernitano - Le Cronache Attualità
Nella giornata odierna, torna la Domenica al Museo, l’iniziativa del Ministero della Cultura che consente l’ingresso gratuito nei musei e parchi archeologici statali ogni prima domenica del mese. Sono numerosi i siti pubblici visitabili gratuitamente in provincia di Salerno, di grande interesse storico e culturale. A partire dalla Certosa di San Lorenzo a Padula che, con una superfice di oltre 50mila metri quadri disposti su due chiostri, un giardino, un cortile ed una chiesa, è uno dei maggiori complessi monumentali barocchi del sud Italia nonché la più grande certosa sul territorio nazionale e tra le maggiori d’Europa. Dal 1957, la Certosa ospita il Museo archeologico provinciale della Lucania occidentale e nel 1998 è stata dichiarata patrimonio dell’umanità Unesco assieme alle vicine aree archeologiche di Paestum e Velia.
Il Parco archeologico di Velia si estende nel comune di Ascea, sulla costa del Cilento, ed è famosa per essere la patria della scuola di filosofia eleatica di Parmenide e Zenone. La città antica occupa una parte alta, l’acropoli, e i retrostanti pendii collinari ed è circondata da un ampio circuito di mura che segue il profilo naturale dei suoli. Simbolo dell’area archeologica è la Porta Rosa, il più antico esempio di arco a tutto sesto d’Italia. Il sito rientra nel Parco archeologico di Paestum, guidato da Tiziana D’angelo, l’antica Poseidonia, città fondata nel VII sec. a.C. da coloni greci provenienti da Sibari. Qui è possibile respirare quasi 3.000 anni di storia camminando lungo la Via Sacra che accompagna il visitatore presso l’area sacra con i tre templi dorici , ottimamente conservati: il tempio di Hera, il più antico dei tre grandi edifici, la cui costruzione è iniziata intorno al 560 a.C.; il tempio di Atena, l’unico di cui si conosce con certezza la divinità a cui è dedicato; il tempio di Nettuno, il più grande e maestoso, realizzato verso la metà del V secolo a.C. Sempre interno alla cinta muraria, da visitare il Museo archeologico nazionale di Paestum, il cui simbolo è la celeberrima Tomba del Tuffatore, un unicum della pittura funeraria in Magna Grecia all’inizio del V sec. a.C., costituita dalla lastra di copertura, ritraente il tuffo di un giovane in uno specchio d’acqua, e dei pannelli laterali, con scene di un simposio. Il Museo conserva innumerevoli reperti provenienti dalla città antica, dalle necropoli vicine e dall’Heraion alla foce del Sele o tempio di Hera Argiva, un antico santuario della Magna Grecia dedicato alla dea Era, situato in origine alla foce del fiume Sele.
Spostandosi di pochi chilometri a nord, lungo la “strada della mozzarella” che congiunge Paestum a Salerno, costellata di caseifici artigianali che producono l’oro bianco della Piana del Sele, si giunge al Museo archeologico nazionale di Eboli e della Media Valle del Sele, situato nel complesso monumentale di San Francesco risalente al 1286 e tra i primi insediamenti francescani storicamente documentati. Il Museo raccoglie reperti archeologici, prevalentemente corredi tombali, provenienti dal centro antico della città, dalla collina di Montedoro e dal sito archeologico di San Vito al Sele. Altri spazi sono riservati a località dislocate nel territorio circostante, quali Campagna, Battipaglia e Oliveto Citra. Il percorso espositivo è organizzato secondo un criterio cronologico che parte dal Neolitico Superiore (3500 a.C.) e teso a rappresentare le principali fasi della vita ultramillenaria dell’insediamento. Il Museo è guidato da Ilaria Menale, direttrice anche del Museo archeologico nazionale di Pontecagnano, intitolato agli “Etruschi di Frontiera”, che raccoglie i reperti provenienti dal centro villanoviano ed etrusco-campano dell’antica città. Il Parco Eco-Archeologico di Pontecagnano è un’area protetta contigua al centro abitato: la superfice visitabile è di circa 500 metri quadrati e corrisponde all’antica città romana di Picentia, costruita nel 268 a.C., di cui sono visibili gli assi viari e due insulae con fasi risalenti dal III secolo a.C. al IV-V secolo.
A Marcello Gigante, tra i maggiori papirologi italiani e studioso delle antichità classiche e bizantine, è dedicato il Museo archeologico nazionale di Buccino (dove il prof. Gigante nacque nel 1923) situato nel complesso conventuale degli Eremitani di Sant’Agostino, edificio quattrocentesco ritenuto da molti studiosi la più antica fondazione monastica agostiniana del salernitano. Il Museo ospita i reperti dell’antica Volcei a partire dal III millennio a. C., essendo l’area abitata già nel Neolitico, fino alla sua romanizzazione. La complessa vicenda insediativa dell’antica città è oggi ripercorribile grazie alla costituzione del Parco archeologico urbano di Volcei inaugurato nel 2003. Proseguendo il viaggio culturale verso la parte meridionale della Provincia, lungo il tracciato della via Popilia-Annia, si giunge al Museo archeologico nazionale di Sala Consilina che, con i suoi reperti, testimonia un importante insediamento di cultura villanoviana, la fase più antica della civiltà etrusca.
Cambiando rotta di marcia, nell’area a nord del Salernitano, nell’agro nocerino-sarnese, porte aperte al Museo archeologico nazionale della Valle del Sarno, collocato nel centro storico della città, in un palazzo gentilizio edificato verso la metà del Settecento da una nobile famiglia locale, gli Ungaro. Il Museo con le sue collezioni racconta la storia della Valle del Sarno dal Neolitico al Medioevo. Risalente al 100 a.C. è il Teatro ellenistico-romano di Sarno, modificato successivamente in Età augustea, e visitabile parte della cavea (dove sedevano gli spettatori) con la proedria (i sedili più vicini alla scena) in blocchi di tufo, l’orchestra, le parodoi (gli ingressi laterali) e la base del pulpitum (il palcoscenico). Di epoca romana è anche la Villa marittima di Minori, risalente all’inizio del I sec. d. C. Dell’edificio, originariamente su due livelli, sono visibili alcuni ambienti ornati di stucchi, resti di affreschi organizzati intorno al viridarium, cinto da un portico ad arcate, il triclinium e le terme. Sulla terrazza è collegato l’annesso Antiquarium che raccoglie ricche decorazioni pittoriche e materiale romano rinvenuto in altre ville della zona.
A dieci anni esatti dall’applicazione della norma del decreto Franceschini, in vigore dal primo luglio 2014, si rinnova l’attesa festa popolare nella prima domenica del mese che consente, non solo ai turisti ma soprattutto a famiglie e cittadini, di visitare e riscoprire gratuitamente i musei e i luoghi della cultura statali presenti sul territorio.
Vito Leso