“A dieci anni dal Referendum del 12/13 Giugno del 2011, che sancì la volontà popolare di una gestione pubblica dell’acqua, senza profitti, nulla è stato fatto- dichiara la Senatrice Luisa Angrisani della componente “L’Alternativa c’è”. Che dopo dieci anni mi debba rivolgere al Governo per una gestione fallimentare del servizio idrico da parte della Gori che continua a vessare i cittadini, è una sconfitta per tutti. Anzi con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza si rischia di peggiorare la situazione, si affidano più poteri ai privati nella gestione idrica, favorendo addirittura una logica privatistica che prevede il superamento delle gestioni pubbliche – afferma la Senatrice. In Campania nel distretto sarnese-vesuviano, 76 comuni circa 1,5 milioni di abitanti, sono in vigore le tariffe più alte della regione. La gestione del servizio è affidata alla Gori S.p.A che applica con continui rincari, addirittura del 31 per cento nel quadriennio 2016-2019, a cui di fatto non corrisponde alcun beneficio per i cittadini, sia a livello di infrastrutture che di servizi. In merito a tutto ciò la Senatrice de “L’Alternativa c’è”, Luisa Angrisani, ha ritenuto doveroso interrogare il Ministro delle Transizione Ecologica, Roberto Cingolani. “L’aumento dei costi tariffari da parte della Gori a carico dei cittadini prosegue senza sosta da un ventennio così da essere socialmente insostenibili. A tutto ciò si aggiungono episodi gravissimi di distacchi di utenze avvenuti senza tener conto dei diritti dei consumatori come nel caso di una donna ottantaduenne, a Nola, di una famiglia con due bambini piccoli, a Massa di Somma o come nel caso dello scorso 19 maggio quando ad una novantatreenne, disabile, era stata interrotta la fornitura del servizio idrico senza aver ricevuto nessun avviso che le permettesse di far valere propri diritti- scrive la senatrice Angrisani nell’atto di sindacato ispettivo numero 4-05619. “Seppure i continui aumenti tariffari siano stati giustificati per consentire al gestore di ammodernare ed investire per ridurre le perdite di rete, il 50 per cento delle risorse idriche vanno sprecate lungo la rete di distribuzione a causa della vetustità degli impianti, generando un danno sia in termini ambientali che economici. L’aumento delle tariffe incide fortemente sulla capacità di spesa delle famiglie, soprattutto in momento storico come quello attuale, nel quale il peso delle ripetute crisi economico-sociali, da inizio del decennio scorso fino ad oggi, con l’emergenza epidemiologica da Covid-19, hanno riverberato i propri effetti negativi sulle fasce più deboli della popolazione- continua la Senatrice Angrisani nella sua interrogazione. “Pertanto ho chiesto al Ministro della Transizione Ecologica se intenda attivarsi al fine di esercitare i poteri sostitutivi e di controllo, previa diffida e commissariamento, laddove gli enti di governo più prossimi all’ambito distrettuale sarnese-vesuviano, l’Ente idrico campano e la Regione, non esercitino tali poteri” conclude la Senatrice Angrisani.
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