Sulla convenzione relativa alla gestione dello stadio Arechi vede l’opposizione compatta nel pensiero ma spaccata nel modo di affrontare la questione. Questa mattina, infatti, i consiglieri di opposizione Elisabetta Barone, Antonio Cammarota, Roberto Celano, Corrado Naddeo, Donato Pessolano, Dante Santoro, Michele Sarno e Domenico Ventura terranno una conferenza stampa per chiarire la loro posizione. Conferenza alla quale non parteciperanno i consiglieri del Movimento 5 Stelle, Catello Lambiase e Claudia Pecoraro. «La convenzione che l’amministrazione comunale di Salerno ha “imposto” alla Salernitana va contro gli interessi della città. Neanche questa volta è stata capace di tutelare la cittadinanza, che a Salerno vede cadere letteralmente a pezzi le poche strutture sportive pubbliche già realizzate, oltre che ammirare stupita gli scheletri di quelle incompiute. Cittadini che per praticare sport, qualunque esso sia, devono mettere a rischio ogni volta la propria incolumità. In più il sindaco Vincenzo Napoli, ha esposto Salerno al pubblico ludibrio, offrendo alla Salernitana una convenzione di 6 anni, rinnovabile per altri 6, a condizioni inique tanto per la Società quanto per la cittadinanza – hanno dichiarato i pentastellati – Da un lato, l’amministrazione avrebbe potuto offrire alla società granata una convenzione per lo stadio più duratura, in grado di consentirle davvero una progettazione strutturale solida, foriera di investimenti di capitale idonei a portare prestigio al territorio e anche ricadute economiche per tutta la cittadinanza. Avrebbe sul punto, come contrappeso, potuto magari vincolare la Salernitana alla realizzazione, con annesso cronoprogramma, di un progetto per la gestione e manutenzione di tutte quelle strutture sportive che da anni il Comune non riesce più a manutenere, in un’ottica integrata di progettazione di una città dello sport. E proprio su questo aspetto, la convenzione ricade in termini negativi sulla città. Trattare una società di Serie A – principale squadra di calcio del territorio – come l’inquilino di un appartamento a uso transitorio, prevedere introiti che non verranno mai reinvestiti nelle strutture sportive pubbliche presenti in città. Una pessima figura ed un messaggio chiaro a tutti quegli imprenditori che in futuro avrebbero potuto investire proprio qui, dove la necessità supera l’ordinario e quest’ultimo diventa “straordinario”. Ma oramai il dado è tratto e il tempo stringe». Per la Pecoraro e Lambiase, infatti, «non tutto è perduto: si è ancora in tempo per aprire un canale istituzionale e mettere nero su bianco, come postilla o condizione, la possibilità di aggiornare la convenzione a seconda delle esigenze e a seconda delle innovative proposte che il presidente dell’ippocampo Danilo Iervolino ha mostrato di poter realizzare, in breve tempo. Condizione e possibilità che potrebbe fare bene ad entrambi gli attori principali della questione ma soprattutto ai reali protagonisti: i tifosi e i cittadini tutti. Ora ci troviamo in un pantano dal quale sarà difficile uscire, con uno stadio in cui al presidente Iervolino non conviene investire e con le strutture sportive pubbliche della città che continuano e continueranno a cadere a pezzi. L’ennesimo autogol di una amministrazione allo sbando».
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