di Erika Noschese
L’ultimo atto di Giuseppe Borrelli. O almeno uno degli ultimi, in attesa del trasferimento, in programma nel mese di settembre. Il Procuratore distrettuale della Repubblica di Salerno è destinato a lasciare un segno indelebile nella vicenda dell’omicidio Vassallo. Così come nell’inchiesta relativa al sistema Cilento. Due filoni apparentemente lontani ma, forse, collegati come dimostra l’ultimo intervento. Nella giornata di ieri, infatti, i militari della Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Salerno e Potenza, hanno dato esecuzione a un sequestro di prevenzione nei confronti di Gerardo Volpe, classe 1959, per un valore complessivo di 2,7 milioni di euro. I fatti risalgono a quando Volpe, spiega una nota diffusa dalla Guardia di Finanza, era Istruttore Contabile dell’Ufficio Finanziario della Provincia di Salerno, coinvolto in plurimi procedimenti, tuttora in corso, per reati contro la Pubblica Amministrazione, contestati tra il 2005 e il 2012, tra cui quello avente ad oggetto le cosiddette “Strade Fantasma”, denunciate per la prima volta dal sindaco Angelo Vassallo. Il sequestro è avvenuto al termine di alcuni accertamenti che hanno evidenziato, secondo quanto allo stato ritenuto dal tribunale della Prevenzione, che, nel medesimo periodo di commissione dei reati oggetto di indagine, il Volpe avesse avuto un tenore di vita ben al di sopra delle sue capacità reddituali, con l’acquisto di diverse proprietà immobiliari (tra cui una villa su tre livelli costruita “su misura” nel quartiere Casa Manzo di Salerno ed una villetta sul mare a Montecorice). In totale, sono stati sequestrati 7 immobili e 2 terreni per un totale di 2,7 milioni di euro. Tale misura di prevenzione patrimoniale, si legge ancora dalla nota, rappresenta una delle prime applicazioni del Codice Antimafia in materia di reati contro la Pubblica Amministrazione”. Il provvedimento eseguito non è definitivo ed è suscettivo di impugnazione. Nel mese di maggio 2024, l’ex dirigente della Provincia di Salerno è finito nuovamente a processo: dopo undici anni di dibattimento, la Corte di Cassazione ha chiuso, tranne per un’appendice rinviata alla Corte d’Appello di Napoli – il processo “Ghost road”, la strada “fantasma” “Casal Velino-Celso”, mai realizzata. La Suprema Corte, infatti, derubricando il reato di peculato in truffa aggravata, ha annullato senza rinvio la sentenze emessa nei confronti del direttore dei lavori Franco Cuozzo e dell’imprenditore Eduardo Sale di Nocera Inferiore; ha annullato senza rinvio per intervenuta prescrizione dei residui capi di imputazione la sentenza nei confronti di Gerardo Volpe, ex funzionario del settore finanziario della Provincia all’epoca dei fatti; annullata la sentenza anche per Luigi Calenda, ex direttore del settore finanziario di Palazzo Sant’Agostino. “Sulla posizione di Calenda e Volpe, la sentenza impugnata deve essere annullata senza rinvio nei confronti di Volpe per intervenuta prescrizione dei reati, mentre deve essere annullata con rinvio nei confronti di Calenda e di Volpe agli effetti penali, per il secondo limitatamente alla confisca nonché agli effetti civili”, aveva scritto la Corte di Cassazione nelle motivazioni della decisione. I fatti oggetto del giudizio attengono a plurime condotte di peculato e falso in atto pubblico commesse ognuno nei rispettivi ruoli. Da ricordare che l’Appello aveva ridotto la pena inflitta dal primo giudice a Gerardo Volpe e Luigi Calenda alla misura di due anni e quattro mesi di reclusione ciascuno. A denunciare la “strada fantasma” il sindaco Pescatore Angelo Vassallo, ucciso nel settembre 2010.





