Erika Noschese
Il comitato e associazione Salute e Vita, presieduto da Lorenzo Forte, annuncia battaglia. Dopo la decisione del Tar di Salerno di riaprire lo storico opificio di Fratte, Forte e i membri del comitato annunciano nuove iniziative per tentare di bloccare, nuovamente, il lavoro delle Pisano, a partire dal presidio indetto per lunedì mattina nei pressi del tribunale durante l’udienza del Riesame. I lavoratori dell’edificio di via Dei Greci hanno ricominciato la loro attività solo nella giornata di mercoledì 4 aprile ma tre giorni sembrano bastare per far scoppiare nuove proteste e diffide da centinaia di cittadini, non solo al comitato Salute e Vita ma anche alle forze dell’ordine, a causa dell’odore nauseabondo e delle polveri nere provenienti dalle fonderie. «Purtroppo, questa decisione del Tar di Salerno di concedere la sospensiva alle fonderie ha riportato l’inferno in questo territorio che comprende Salerno, Baronissi e Pellezzano», ha detto Lorenzo Forte nel corso dell’assemblea tenutasi ieri pomeriggio presso la chiesa di Santa Maria dei Greci. «Dal 4 aprile, giorno in cui il mostro ha ricominciato a riemettere fumi, ad oggi, siamo stati chiusi in casa, con centinaia di segnalazioni a noi del comitato e alle forze dell’ordine perché le persone sono quotidianamente esposte a questi miasmi e alle polveri neri provenienti dalla fonderia», ha poi aggiunto, spiegando che dal sequestro del dicembre 2016, ad oggi, nulla è cambiato. Intanto, nella giornata di lunedì è prevista la nuova udienza del Riesame che dovrà decidere se rimettere quel «legittimo sequestro» che fu tolto nel dicembre 2016. Dunque, il Riesame dovrà esprimersi seguendo «le ferre regole» della Cassazione che avrebbe individuato una serie di errori gravi da parte del Riesame, «la cui responsabilità, innanzitutto morale, è ricaduta sulla popolazione perché se nel dicembre 2016 le Pisano non venivano dissequestrate, nel 2017 le fonderie sarebbero state chiuse sotto il sequestro che la Procura aveva messo e quindi si sarebbe impedito l’avvelenamento che abbiamo subito, come certificato dall’Arpac», ha dichiarato Lorenzo Forte, in merito ai controlli effettuati da maggio ad ottobre 2017, secondo cui le Pisano non avrebbero rispettato alcuni punti fondamentali dell’Aia, creando rischio diossina, certificato per la prima volta. Ragion per cui, la Procura ha sequestrato diverse tonnellate di metalli pesanti che erano in olio esausto, nonostante le bolle presentate dalla fabbrica che parlavano invece di metalli puliti mentre erano pieni di olio esausto.
La Regione Campania diffida le Fonderie Pisano
Nuova diffida che cade sulle Fonderie Pisano. Dopo la sentenza del Tar che aveva sospeso qualche giorno fa la revoca dell’Aia per un difetto formale da parte della Regione Campania, da Palazzo Santa Lucia adesso arriva un nuovo “avvertimento” alla proprietà dello stabilimento di via dei Greci. Con un documento ufficiale infatti la Regione ha diffidato i Pisano “ad assolvere entro 60 giorni alle prescrizioni Arpac”, ovvero a “sistemare” quelle carenze e mancanze descritte nella relazione finale, dopo i controlli dell’ente per la protezione dell’ambiente. Ad attendere il riesame del 9 aprile intanto ci sono gli operai ai quali ancora non è stata bloccata la procedura di licenziamento collettivo proprio in vista della decisione della prossima settimana. Intanto, il comitato Salute e Vita ha avviato una raccolta firme per una denuncia-querela contro le Pisano.