di Erika Noschese
A pochi giorni dai solenni festeggiamenti in occasione del santo patrono, ieri mattina, la statua di San Matteo ha fatto il suo ingresso a Palazzo di Città – come tradizione vuole – in presenza del sindaco Vincenzo Napoli, dei dirigenti comunali e di numerosi cittadini salernitani. Buona la prima, a quanto pare, per l’arcivescovo Andrea Bellandi che – a pochi mesi dal suo arrivo in città – sembra aver già superato a pieni voti la “prova San Matteo”. Almeno per l’amministrazione comunale, dopo i numerosi litigi tra l’attuale governatore De Luca e monsignor Moretti che, di fatto, negli anni passati ha impedito ai portatori di sostare dinanzi la “casa del cittadino”, con il tradizionale inchino. «L’immagine di San Matteo nello stemma di Salerno qualche significato ce l’avrà – ha dichiarato monsignor Bellandi – Vorrà dire che i salernitani riconoscono un punto di riferimento che vada al di là degli interessi di parte ma che si richiama, in qualche modo, alla dignità trascendente di ogni persona». Per l’arcivescovo di Salerno la figura di san Matteo è un «richiamo a non perseguire i propri interessi egoistici a non guardare solo nel proprio piccolo limitato territorio ma capire che c’è una sfida e una chiamata all’amore che rappresenta la responsabilità di ciascuno». Rivendica la tradizione anche il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli che – seppur laico – ieri ha accolto don Michele Pecoraro, l’arcivescovo e la statua di San Matteo presso Palazzo di Città: «noi siamo qui, alla presenza dei massimi dirigenti del comune di Salerno, dei nostri dipendenti e di parte del popolo di Salerno per accogliere – come una bella consuetudine inaugurata qualche anno fa – la presenza del santo nel nostro Palazzo di Città. Una bella concomitanza perché alla statua del santo si contrappone l’effige del santo in una splendida vetrata che Enzo De Luca volle che fosse installata», ha dichiarato Napoli che – ancora una volta – ha manifestato parole di stima e di affetto nei confronti di monsignor Bellandi perché – ha detto – «già lo sentiamo un nostro concittadino e con la sua simpatia è stato in grado di conquistarsi l’affetto e la stima di tutti». Da qui, poi, un pensiero rivolto all’arcivescovo emerito monsignor Moretti dal primo cittadino di Salerno «sperando che guarisca rapidamente dalla sua malattia» Per il primo cittadino, la città di Salerno riconosce san Matteo come simbolo unificante: «Ciascuno di noi, credo, si riconosca pienamente nell’immagine di san Matteo come immagine di Salerno e viene accolto nella casa comunale. San Matteo, con il suo vangelo, ha dato una spinta formidabile, il suo è un vangelo attuale, dopo secoli di storia perché il suo è un messaggio di civiltà, laico». Per don Michele Pecoraro, Bellandi è entrato nel cuore dei cittadini salernitani in poco tempo e «lo salutiamo con grande affetto, promettendogli di essere figli, discepoli, docili a questa parola». Per il sacerdote salernitano, a capo del Duomo di Salerno, un pensiero va rivolto all’amministrazione di Salerno affinché svolga sempre al meglio il suo dovere, per il bene dei cittadini. «La città di Salerno, da più di 10 secoli, ci auguriamo che non conosca tramonto nella fede per il patrono ma continui ad ispirare progetti giusti per uno sviluppo morale sempre sano e dia grazia, sostegno a tutti, a partire dagli ultimi e dai bisognosi», ha poi detto don Michele.