Sulla revoca dei “progetti obiettivo”, sei atti firmati proprio agli sgoccioli del mandato da direttore generale dell’Asl, Antonio Squillante punta il dito contro chi ha urlato “al lupo” e si difende dalle accuse degli oppositori malpensanti, giudicando le delibere – annullate dal nuovo commissario speciale Antonio Postiglione – pienamente legittime e nel rispetto delle norme giuridiche. Il tutto si risolverebbe in una “visione diversa” sulla politica gestionale. «Per la revoca delle delibere, confermo chiaramente che gli atti sono legittimi e nel totale rispetto della legge – ha dichiarato Squillante – nei 3 anni di mandato non ho mai avuto problemi di legittimità; chi è tecnico sa che la revoca degli atti deriva da indicazioni di tipo generico, valide giuridicamente soltanto da un punto di vista politico-amministrativo. Gli annullamenti che sono stati fatti sono più dettati da indicazioni di indirizzo politico e gestionale dell’azienda e il punto della questione sta proprio in una diversa visione gestionale. Le delibere rispettavano nel pieno la legge». Un valore complessivo 242.500 euro, quello degli atti incriminati, con cui sono stati conferiti incarichi e assegnazioni con firme in calcio d’angolo, per i sindacati un “colpo di coda” inammissibile e anomalo, rivolto – soprattutto – ai pochi eletti della cerchia dell’ormai ex direttore generale. Ma l’affondo di Squillante – che, di certo, non ha sensi di colpa – contro la nuova guardia è diretto, senza titubanze o mezze misure: «Piuttosto di occuparsi del passato, consiglierei a Postiglione di iniziarsi ad occupare dei problemi dell’azienda; si occupi del futuro, non dei problemi vecchi. Piuttosto che delibere di revoca, bisognerebbe iniziare a fare qualcosa di concreto per l’azienda, ora non mi sembra che ci siano stati dei miglioramenti». Rossella Ronca
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