Se siano davvero rispettati o no i criteri di assegnazione delle bandiere blu se lo chiede #vorreiprendereiltreno ets, realtà attiva per i diritti dei disabili. Tutto parte dalla denuncia di Christian Durso, giovane costretto sulla sedie a rotelle che si batte per i più deboli. Il suo intervento si concentra sulla situazione delle spiagge attrezzate a Pisciotta che pare non rispetti i dettami per avere il vessillo, almeno per quanto riguarda l’attenzione nei confronti dei disabili.
Ed è proprio la realtà associativa a sollevare dei dubbi sulla questione delle bandiere, in risposta alla difesa del comune di Pisciotta che aveva pubblicato delle foto a dimostrazione della presenza di spiagge attrezzate a misura di disabile. «Innanzitutto – dicono – ogni comune deve avere almeno una spiaggia accessibile e la stessa ha la necessità di essere dotate di vari requisiti avere questi requisiti indispensabili come la presenza di un parcheggio adiacente allo stabilimento balneare, un percorso pedonale adeguato e riconoscibile che conduce allo stabilimento, un accesso alla reception e al bar di spiaggia, un servizio igienico adeguato, una doccia adeguata, un accesso all’area attrezzata della spiaggia, come ombrelloni, lettini, zone d’ombra, mediante adeguata passerella, spogliatoio adeguato, sistema di guida e orientamenti specifici per persone con esigenze specifiche e ipovedenti, presenza di ausili che consentano di entrare e uscire dall’acqua come ad esempio le sedie da mare. La mancanza di uno dei requisiti indispensabili – continuano dal coordinamento della realtà – rende lo stabilimento balneare o la spiaggia non accessibile».
#vorreiprendereiltreno spiega poi alcuni passaggi: «Per “adeguato” si intende che rispetti la legge 9 gennaio 1989, n.13 “Disposizione per favorire il superamento e l’eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati” e la relativa Circolare n.259 del 23 gennaio 1990 del Ministero della Marina Mercantile che ne estende l’applicazione agli stabilimenti balneari. Per l’accessibilità a bar e ristoranti si rimanda la DM 236/89.”Le concessioni demaniali e i loro rinnovi sono subordinati “all’effettiva possibilità di accesso al mare delle persone con disabilità” – le loro parole – tutti gli impianti di balneazione sono soggetti al rispetto del requisito della visitabilità come descritto nella Legge 5 febbraio 1992, n. 104: “le concessioni demaniali per gli impianti di balneazione ed i loro rinnovi sono subordinati alla visitabilità degli impianti ai sensi del decreto del Ministro dei lavori pubblici 14 giugno 1989, n. 236, di attuazione della legge 9 gennaio 1989, n. 13, e all’effettiva possibilità di accesso al mare delle persone con disabilità”.
Ed anche se ci sono delle oggettive difficoltà strutturali, la Legge 494 del 1993 indica che l’accessibilità deve essere garantita: “laddove esistano obiettive difficoltà strutturali e ambientali, accertate dall’autorità marittima competente, alla predisposizione di specifici accessi da parte di ciascun concessionario, l’accesso al mare da parte delle persone con disabilità è comunque garantito dalla realizzazione di idonee strutture per tratti orograficamente omogenei di litorale – concludono dalla realtà – l’autorità marittima competente individua entro il 31 dicembre 1993 gli stabilimenti balneari più idonei a dotarsi delle strutture di cui al presente comma e promuove l’accordo con tutti i concessionari di stabilimenti balneari che insistono sul medesimo tratto omogeneo di litorale». E dunque, è chiaro come i requisiti minimi manchino e la domanda sulla legittimità dell’assegnazione delle bandiere sorge spontanea. Quali sono i veri criteri? Mistero della fede.