di Erika Noschese
“Meritiamo una risposta, noi come istituzioni e soprattutto i cittadini che si sono sottoposti allo Studio Spes per conoscere l’eventuale presenza di metalli pesanti nel loro organismo. E’ una questione di coscienza e di rispetto”. A dichiararlo il sindaco di Pellezzano Francesco Morra nel corso dell’incontro tenutosi ieri mattina presso l’aula consiliare “Aldo Moro” di Palazzo di Città per fare il punto della situazione dopo l’autorizzazione, concessa dalla Regione Campania, per visionare lo studio Spes relativo all’indice di contaminazione dell’area in cui risiedono le Fonderie Pisano, sul territorio di Fratte al confine col Comune di Pellezzano. Nei giorni scorsi, infatti, il primo cittadino di Pellezzano, il comitato Salute e Vita e l’avvocato Massimo Lanocita si sono recati presso ol competente Ufficio Regionale per conoscere i risultati dello studio Spes ma, stando a quanto denunciato dal primo cittadino di Pellezzano, sarebbero stati consegnati una serie di fogli bianchi, di provenienza incerta, con sopra evidenziati dei “trasferelli” indicanti la scritta “Studio Spes”. Morra ha ribadito che nella zona della Valle dell’Irno si evidenziano gravi criticità che, di conseguenza, potrebbero essere riconducibili allo stabilimento di via dei Greci, a Fratte in quanto dalle analisi effettuate sarebbe emersa la presenza di metalli pesanti. “L’Istituto Zooprofilattico della Regione Campania nonostante l’autorizzazione di accesso agli atti ottenuta dai competenti uffici regionali, non ci ha fornito alcuna risposta formale sulla specificità e sui contenuti dello Studio – ha dichiarato il sindaco Morra – Tuttavia, in quella relazione preliminare che ci hanno consegnato, riguardante le analisi cliniche condotte su 400 persone residenti della Valle dell’Irno, è stata comunque evidenziata la presenza di metalli pesanti”. Il primo cittadino di Pellezzano, dunque, chiede di conoscere i risultati dello studio per capire la correlazione tra presenza di fattori inquinanti e industrie pesanti che insistono sul territorio, anche per avviare un’eventuale azione preventiva. “È una battaglia che bisogna portare avanti a prescindere dai colori politici. E’ giusto salvaguardare i livelli occupazionali, ma è fondamentale rispettare il diritto alla salute. Più volte abbiamo chiesto la delocalizzazione delle Fonderie Pisano, perché riteniamo che un simile impianto debba essere installato altrove e non a ridosso delle residente urbane”, ha aggiunto Morra. Dello stesso avviso Lorenzo Forte, il Presidente del Comitato “Salute e Vita”. “Il Comune di Pellezzano – sottolinea Forte – è quello che più ci ha sostenuto in questa battaglia. Ci ha stupito e deluso il fatto che, ancora una volta, la Regione Campania abbia sbattuto la porta in faccia ai tanti morti e agli ammalati di questo territorio che subisce l’attività delle Fonderie Pisano. Come era stato indicato il 29 maggio scorso, dopo una nostra prima richiesta, lo Studio SPES era concluso”. Dall’ufficio regionale è stata consegnata solo una relazione preliminare, che tuttavia evidenzia tre aspetti importanti, individuati nei cluster 1 e 2 della Valle dell’Irno: presenza di diossina 4 volte superiore rispetto ai limiti di legge; mercurio 5 volte superiore rispetto ai limiti; creatinina molto alta, superiore ai limiti di legge, ricondotta alla presenza di metalli pesanti. A difendere il Comune di Pellezzano – costituitosi nel giudizio innanzi al Tar contro per l’annullamento del decreto regionale recante l’autorizzazione del progetto di riesame e di adeguamento dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata alle Fonderie Pisano – l’avvocato Franco Massimo Lanocita che ha annunciato che il prossimo 28 ottobre ci sarà l’udienza di merito contro l’illegittima autorizzazione ambientale rilasciata dalla Regione alle Fonderie. “Illegittima perché riteniamo questo opificio non debba essere situato in prossimità del centro urbano e poi perché la sua attività è stata concessa senza la Via (Valutazione di Impatto Ambientale) – ha spiegato il legale – La Regione ha eluso la nostra richiesta di accesso agli atti quindi insisteremo affinché lo studio venga acquisito. Chi ha manomesso questo studio Spes forse pensava che aveva a che fare con persone che non avessero cognizione di cosa fosse uno studio scientifico. E non si capisce perché fino ad ora lo Studio non ci è stato consegnato. Forse per la cattiva abitudine di una presunta corruzione ideologica con la quale si valuta in maniera improvvida il diritto al lavoro superiore rispetto al diritto alla salute o per altri motivi che possono comportare responsabilità di carattere civile e penale”. Si attende quindi, che mercoledì 28 ottobre il Tar si esprima su quella che da tutti viene definita come una battaglia di tutela ambientale e di diritto alla salute di tutti. Occorre ricordare che tra i cittadini che vivono o lavorano nel territorio di competenza del Comune di Pellezzano, rientra anche il personale delle Fonderie e anche noi: tutti preoccupati dei dati che si traggono dalle scarne pagine del documento Spes che abbiamo ottenuto dalla Regione Campania”, si legge nella lettera inviata da Guido Pisano che invita l’amministrazione di Pellezzano ad accertare “tutte le fonti inquinanti nella Valle dell’Irno, affinchè siano controllate, verificando i dati di tutti i soggetti presenti sul territorio, con la stessa accuratezza con cui sono state condotte le analisi sul nostro sito produttivo – ha infatti detto – Questo, però, non è il momento delle discussioni o dei ragionamenti: è il tempo dei fatti. E’ il tempo di accertare con chiarezza la dinamica che ha provocato l’innalzamento dei livelli di concentrazione che tanto preoccupa e di evitare la strategia del sospetto. Andiamo avanti nell’accertare chi realmente inquina. È l’unica strada per tutelare la salute pubblica e i lavoratori