di Pina Ferro
Erano ricercati da due giorni perchè sospettati di essere gli autori dell’esplosione del colpo di pistola contro l’automobile del padre di Eugenio Siniscalchi, arrestato all’inizio della settimana con l’accusa di essere il killer di Ciro D’Onofrio. La latitanza di armine D’Onofrio (figlio di Ciro) e di Vincenzo Ventura (nipote della vittima) è terminata giovedì sera quando sono stati sottoposti a fermo da parte degli uomini della Squadra Mobile di Salerno, così come disposto dal sostituto procuratore Marco Colamonici, titolare del fascicolo aperto a seguito dell’episodio denunciato dai familiari di Eugenio Siniscalchi. I due ragazzi sono stati sentiti fino a dopo mezzanotte dagli agenti della Mobile e successivamente, così come disposto dal magistrato, sono stati trasferiti presso la casa Circondariale di Fuorni dove sono ancora ristretti in attesa dell’interrogatorio di garanzia e convalida del fermo di indiziato che dovrebbe svolgersi nelle prossime ore. Secondo quanto denunciato da Gaetano Siniscalchi, padre di Eugenio, anche egli ristretto a Fuorni, i due ragazzi a bordo di un ciclomotore dopo aver incrocato l’autovettura con a bordo i familiari di Siniscalchi (padre, madre e compagna del giovane) lungo la strada che da fratte conduce a Matierno avrebbero invertito il senso di marcia e dopo aver affiancato la vettura dei Siniscalchi, uno dei due avrebbe esploso un colpo di pistola contro l’autovettura. Colpo che non è andato a segno. Immediatamente scattato l’allarme, sul posto sono intervenuto gli uomini della Questura di Salerno che hanno effettuato i rlievi del caso, ma stando alle indiscrezioni, senza trovare alcun riscontro al colpo di pistola denunciato poco prima.