Maria Francesca Troisi
Sono sempre più i giovanissimi ad essere vittime di alcol e dipendenze varie quale ad esempio quella dal gioco d’azzardo o dal web. Se prima ci si accostava all’alcol, divenendo alcolizzato dopo i 40 anni oggi non è più così. Adolescenti, stu denti e uomini fino a 40 anni sono tra i soggetti con maggiori problemi legati ad alcolismo, ludopatia e dipendenze varie. Numerosi sono anche i salernitani che hanno comportamenti a rischio. A Salerno, a seguire da sempre il percorso di recupero di chi a seguito di dipendenza da gioco o da alcol ha perso tutto vi è il gruppo Logos. Portavoce del gruppo è il consulente scientifico Aniello Baselice.
Qual è la fascia più colpita per le vittime da alcol?
«Se prima eravamo più nella fascia d’età tra i 40 – 60 anni, oggi diciamo che tra i 30 – 45 abbiamo già un buon numero di persone che si rivolgono alla nostra associazione. Si è abbassata l’età degli utenti; d’altra parte si ha anche una maggiore attenzione, preoccupazione, quindi la fascia d’età colpita si è allargata. C’è sicuramente un incremento del problema, non solo per quanto riguarda l’alcool, ma anche per il gioco d’azzardo, nelle fasce giovanili, perchè si è abbassato notevolmente il primo contatto sia all’alcool che all’azzardo, quindi la dipendenza si sviluppa prima nel tempo. Prima si comincia prima c’e il rischio che si sviluppi una dipendenza.
Come si sviluppa l’assistenza che il gruppo Logos fornisce a vittime e familiari?
«Il nostro è un programma che prende in carico la famiglia, dove ci sono questi problemi. Molte volte abbiamo non solo problemi di alcool, ma di azzardo, tecnologia, dipendenza affettiva. Il programma prevede soprattutto un primo momento che è quello di accoglienza della domanda, della richiesta d’intervento, poi l’elaborazione del programma di trattamento che puo’ prevedere sostegno personale e familiare, ma anche la partecipazione a delle comunità multifamiliari dove sosteniamo il percorso della famiglia in un processo di sganciamento dalla dipendenza e dell’adozione di un nuovo modello di comportamento». Come vi muovete per le dipendenze da gioco d’azzardo? Quali sono le vostre iniziative in tal senso? «Abbiamo un’associazione affiliata, Famiglie in gioco, che fa attività d’informazione sia nelle parrocchie, scuole, convegni, verso tutte le realtà sia in città che in provincia, che chiedono una mano».
Il supporto fornito è esclusivamente informativo o anche terapeutico?
«Facciamo un percorso di psicoeducazione, psicoterapeutico, abbiamo diverse figure, per fornire un supporto il più completo possibile. Per il gioco d’azzardo, i problemi di tipo economico/finanziario li gestiamo insieme a delle fondazioni, tra cui la Fondazione San Giuseppe Moscati, che era del compianto Padre Rastrelli».