I lavoratori di Sita Sud sono arrabbiati. Molto arrabbiati. La mancanza di chiarezza da parte degli Enti, in particolare della Provincia di Salerno, sta esasperando gli animi dei dipendenti dell’azienda di trasporto. Ieri mattina si sono riuniti in assemblea insieme ai rappresentanti delle sigle sindacali di categoria per chiedere spiegazioni in merito agli scenari, disastrosi, che rischiano di aprirsi dinanzi a loro dal prossimo primo marzo. La Sita ha parlato chiaro alla Provincia di Salerno che, fino a questo motivo, è rimasta sorda o non ha ben compreso il proprio ruolo nella vicenda: dal primo marzo recessione di ogni tipo di rapporto lavorativo tra azienda ed ente (non si può parlare di contratto semplicemente perché nessun contratto sussiste tra le parti) e apertura della procedura di mobilità per il personale aziendale. E mentre la Provincia di Avellino (che non ha firmato l’accordo regionale dello scorso 7 febbraio) ha convocato per martedì i vertici aziendali, quella di Salerno dorme sonni tranquilli, convinta che sia la Sita a dover decidere quante e quali corse tagliare (con la rimodulazione del servizio). Ma, essendo la ditta esclusivamente affidataria e non certo programmatrice dei servizi, non può prendersi la responsabilità di decidere quali cittadini, a seconda delle corse tagliate nelle varie zone servite da Sita, lasciare a piedi. Il compito di sistemare e riorganizzare i servizi spetta all’ente appaltante, nel caso di specie l’ente di palazzo Sant’Agostino. La strada intrapresa, dunque, è sbagliata sotto tutti i punti di vista anche dal momento che, quello che la Provincia, deve fare è semplicemente inviare la lettera d’obbligo di servizio, coprendo economicamente tutti i km percorsi da Sita. L’applicazione della disposizione 1370 del 2007 dell’Unione Europea, insomma. Ma anche per ciò che concerne questo aspetto, la Provincia sembra avere le idee un po’ confuse: l’assessore Napoli, infatti, qualche giorno fa inviò all’assessore Vetrella una comunicazione per chiarire che di questi costi la Provincia non avrebbe potuto farsi carico e che, dunque, sarebbe toccato alla Regione coprire economicamente la lettera d’obbligo di servizio inerente i km salernitani. Gli stessi vertici di palazzo Santa Lucia pare abbiano richiamato all’ordine le Province che tutto stanno facendo meno che quello che avrebbero dovuto. In tutto questo i lavoratori, già provati nel corso del tempo da importanti sacrifici economici, sono nel mezzo tra un’azienda stremata e degli enti che restano indifferenti dinanzi a quello che potrebbe essere l’ennesimo colpo al cuore per il tpl salernitano e campano e l’ennesimo dramma sociale. Una cosa, però, è certa: i dipendenti di Sita sono pronti a lottare.
23 febbraio 2013