di Erika Noschese
Mancano pochi minuti alle 9 quando Nino Savastano, accompagnato dall’avvocato Giovanni Annunziata arriva alla Cittadella Giudiziaria dall’ingresso principale. Sicuramente provato, l’ex assessore comunale – oggi consigliere regionale, sospeso per effetto della legge Severino – appare sereno. Saluta il fratello, alcuni parenti e collaboratori che hanno atteso il suo arrivo dinanzi il Palazzo di Giustizia per sostenerlo e salutarlo. Abbozza sorrisi e cenni con la mano e, senza tergiversare, si dirige verso l’accesso. Sul suo volto non compaiono segni di preoccupazione, anzi tranquillo. Si limita a chiedere all’avvocato se deve esibire il green pass e attende il suo turno per entrare, guardandosi intorno. Inizia così una nuova pagina del cosiddetto “Sistema Salerno” con l’inchiesta della Procura sui presunti appalti truccati e che vedono, tra gli indagati, il sindaco di Salerno Vincenzo Napoli (che deve rispondere dell’ipotesi di accusa di turbativa d’asta) e il governatore Vincenzo De Luca (legato a Zoccola soprattutto in occasione delle elezioni dando a lui indicazioni di voto) , oltre all’ex dirigente comunale – nonché braccio destro del primo cittadino – Felice Marotta. Evita, invece, l’uscita “pubblica” Vittorio Zoccola: per la prima udienza sceglie di non presentarsi in tribunale. Sapeva bene che la mattinata di ieri altro non era che per calendarizzare gli appuntamenti. Dinanzi i giudici della seconda sezione penale del primo collegio compare il suo avvocato, Gaetano Manzi. I legali di fiducia di Zoccola e Savastano confermano la calendarizzazione delle prossime udienze: il 7 marzo alle 15.30 e il 14 marzo mentre si attende la decisione sull’eventualità di ammettere a processo le intercettazioni emerse dall’inchiesta e che dipingono lo scenario di un Sistema che non esclude nessuno, evidenziando invece il rapporto tra il ras delle cooperative sociali, Savastano, il governatore De Luca e Franco Picarone che oggi non è iscritto nel registro degli indagati. Nonostante le sollecitazioni, il Comune di Salerno ha deciso di non costituirsi parte civile al procedimento penale. In totale sono 29 gli indagati, tra questi i presidenti delle cooperative sociali e per tutti loro l’accusa è di turbata libertà degli incanti, induzione indebita, associazione per delinquere, corruzione.