Salvatore Memoli
Dietro il sistema Salerno è bene che i giudici sappiano che non ci sono corruzioni che abbiano minacciato l’integrità della pubblica amministrazione e coinvolto personaggi politici di spicco.
Dietro il Sistema Salerno non c’è nessun teorema da districare o dimostrare se non la strafottenza di una macchina amministrativa che funziona male, interpreta la volontà dei ruoli politici e talvolta diventa mente quando dovrebbe essere soltanto burocrazia che attua e che rispetta le normative. Punto! Il Sistema Salerno come più volte sostenuto è un’idea accusatoria che nasce da delazioni, da sospetti, da un trascinamento degli inquirenti nella fossa dei leoni. Là dove non sarebbero dovuti mai arrivare, non per sottrazione di responsabilità, ma per decoro di una potestà giudiziaria che ancora tutela il popolo italiano e non gruppi scontenti di paria che devono mettere bacchetta.
La macchina giudiziaria una volta avviata non è facile che si fermi senza dare risposte alle attese della pubblica accusa che si muove per capire e sviscerare i fatti ed espungerne le condotte criminose. Dunque alla giustizia non insegniamo il suo mestiere, senza arrossire. Raccomandiamo soltanto di pensare oltre il dato accusatorio, alla buona fede che avvolge l’intera vita delle Cooperative.
Le Cooperative a Salerno sono state sempre una presenza in simbiosi con l’Ente Comune, del quale si sono fatto carico di tutti i servizi che hanno gestito con responsabilità, organizzazione autonoma ed economicità delle risorse. Le Cooperative hanno assolto le loro attività come realtà integrante del Comune di Salerno, rapportandosi agli amministratori come fatto funzionale. Aggiungere a questo modello organizzativo un’impostazione di tutela sociale é stata una necessità in risposta alle esigenze di inserire nel mondo del lavoro categorie fragili di cittadini che, anche per legge, attraverso il lavoro andavano recuperate. Non c’é una storia delle cooperative sociali che aveva, un obiettivo di sfruttare l’Amministrazione Comunale, semmai é vero il contrario che sindaci illuminati e valorosi garantivano ai Prefetti del tempo ed alla Procura che mostrava la sua sensibilità, interventi sulle cooperative a favore di persone fragili. Lungo questo asse intuitivo é continuata la storia delle cooperative che lavoravano con il comune fino a quando il giocattolo non si é rotto! Il giocattolo si é rotto perché la politica non ha saputo gestire se stessa, il suo ruolo di garante di un punto di equilibrio sociale molto più alto dell’interesse politico. Gli errori della politica coincidono con la curva più bassa del vissuto politico dell’epoca di De Luca quando perde il controllo della macchina amministrativa, esattamente nel momento dei maggiori successi di De Luca. Di chi la responsabilità? Sarebbe facile dire di De Luca, ma bisognerebbe ricordare di quale De Luca. Ovviamente sarebbe corretto ascrivere la responsabilità a chi controlla il potere comunale, ai farfarielli, a coloro che non hanno memoria, non hanno intelligenza politica e gestionale e vengono facilmente strattonati per la giacchetta. Nella generale confusione tra chi c’era e chi voleva entrare nel cd sistema che aveva una sua comprovata moralità, gridando e minacciando nei corridoi, le cooperative e sociali sono entrate nel tritacarne dei pavidi comunali che come per i tanti niente detti al ciuccio, hanno affossato una storia cittadina, hanno fatto perdere un aiuto di organizzazioni consolidate e hanno gettato discredito su tutti, senza pagare pegno per tanta sciatteria. Al Comune senza guida hanno sbagliato tutto ed hanno sostituito la prudenza con il sospetto, la collaborazione con l’ostracismo, la terzietà per avversione contro chiunque abbia fatto parte o abbia avuto relazioni di qualsiasi genere con le Cooperative sociali. E vi é di più, hanno volutamente scambiato la ultra decennale collaborazione dei vertici delle cooperative per istigazione a delinquere, corruzione e interessi privati ai danni del comune. Da un certo numero di anni manca una spalla dritta che metta in riga ogni cosa nell’interesse dei cittadini. Anzi per prudenza si coltiva il sospetto. Ed anche quando le Cooperative sostituiscono i loro vertici societari per dare palmare prova di rispetto delle indagini dei PM, si facilità il sospetto spostandolo anche sui nuovi amministratori mandandoli sotto inchiesta, nonostante la loro intonsa illibatezza alla guida della società. Il Comune da i numeri come stazione appaltante mostrando i suoi lati deboli. Prudenza o sospetto ad oltranza?! Sta di fatto che tutte le volte che si affaccia in una gara pubblica una cooperativa sociale, é un fuggi fuggi di assunzione di responsabilità! Si registrano decisioni che sono apertamente benché legalmente corrette contro le Cooperative e quindi contro l’economicità degli investimenti del Comune.
É normale tutto questo? Il Comune é acefalo, i vecchi dirigenti dell’Ente sono fuori gioco, benché a sentirli si tappano la bocca. Ma quando finirà questa tarantella istituzionale che rovina i salernitani? Quando il potere Deluchiano decide di commissariare tanta codardia e comincia a riprendere le redini burocratiche del Comune? Costi quel che costi. La Magistratura ha bisogno di legalità, che é trasparenza ed efficienza. Se qualcuno la garantirà comincerà un periodo di serenità che conviene a tutti.
Non possiamo continuare ad assistere alle attività di una stazione appaltante confusa, contraddittoria e priva di una linea guida.